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Fiorentina, Chiesa-gol: “Non sapevo come esultare”

Federico Chiesa, esterno d’attacco della Fiorentina (Getty)

“Il primo gol in Serie A non si scorda mai”. Un po’ come tutte le cose che si fanno per la prima volta. Frase scontata? Banale? Può darsi, ma ci sta. E spiega tutto. Basta guarda gli occhi di Federico Chiesa, figlio d’arte al primo squillo nel nostro campionato. Occhi vispi, vivaci, infine un sorriso che sarà così per tutta la serata. Messaggini? Per ora nessuno: “Non ho ancora aperto il cellulare!”. Tanto il primo sarà sicuro di papà Enrico, vecchia conoscenza (e gloria) della Serie A: Sampdoria, Cremonese, Lazio, Siena, Parma. E Fiorentina, la stessa maglia viola che oggi indossa il figlio, classe ’97 che si gode il suo momento. Talmente felice da non sapere come esultare: “Non sapevo se andare dai tifosi, volevo fare un po’ di tutto dai”. E pensare che contro la Juventus non ci è arrivato per un pelo, alla fine la rete è stata assegnata a Badelj. Anche se Chiesa non era d’accordo: “L’ho toccata! E il gol me lo prendo io”. Una furbata. 

“Papà mi dà tanti consigli!” – Secco 3-0 col Chievo di Maran, lui segna l’ultima rete in spaccata fregando Sorrentino. Non uno qualunque: “Voglio dare il 200% per migliorarmi – dice su Sky Sport – oggi abbiamo corso per tutta la partita e il risultato è stato netto”. Chiesa show, uno che in Europa League aveva già segnato. Tanti consigli, tante dritte. Dal papà a Nikola Kalinic, rimasto a Firenze dopo aver detto “no” ai milioni della Cina: “Simili? Siamo due ruoli diversi, io lo assisto. Però sono contento che resterà con noi, ci dà una grande mano sia in fase difensiva che in avanti, è un grande bomber! Sono felice per lui”. Oro della Fiorentina, fresco di rinnovo di contratto fino al 2021: “Sono 10 anni che sono qui, ora resterò per altre 4 stagioni e sono contento”. Tutto merito di…papà. E chi sennò? “Non ho ancora un procuratore, lui mi ha assistito per quanto riguarda il prolungamento di contratto”. E che consigli poi: “Me ne dà tanti, specie comportamentali. Come il fair play, rispettare gli arbitri e i compagni. Ma non è mai entrato in questioni tecniche, ha sempre lasciato parlare agli allenatori”. Come Paulo Sousa, che ci ha creduto fin da subito mandandolo in campo in Europa League: 4 partite, 1 gol. E una stella che nasce. Da Enrico a Federico. Di padre, in figlio. Prima volta? Stavolta no. 

Fonte: SkySport

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