Raciti, Tavecchio: ”Guai a dimenticare”. Ma il Questore di Catania attacca: ”Figc assente alla cerimonia”

ROMA –  Sono passati 10 anni da una delle pagine più dolorose del calcio italiano. Era il 2 febbraio 2007 quando l’Ispettore Capo della Polizia di Stato, Filippo Raciti, morì durante gli scontri tra Forze dell’ordine e tifosi del Catania allo stadio Massimino mentre si giocava il derby contro il Palermo. Tanti i messaggi, da Tavecchio a Zamparini fino a Lo Monaco, per ricordare la tragica morte di Raciti.

TAVECCHIO: “GUAI A DIMENTICARE” – “Desidero rivolgere un pensiero affettuoso ai familiari dell’Ispettore Capo di Polizia Filippo Raciti, potendo immaginare solo in parte il dolore che continuano a provare a dieci anni dalla sua tragica scomparsa. Il mondo del calcio non può e non deve dimenticare un servitore dello Stato, ucciso nell’esercizio di una professione che richiede tanti sacrifici e che permette ogni giorno a tutti noi di sentirci più sicuri”. Queste le parole del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, nel decennale della morte dell’ispettore. “La mia gratitudine e ammirazione – aggiunge il presidente della Figc  – va alle Forze dell’Ordine, con cui continueremo a collaborare con il massimo impegno, e quindi alle donne e agli uomini che quotidianamente si battono contro la violenza, rendendo possibile il regolare svolgimento di migliaia di partite di calcio e permettendo a milioni di tifosi e appassionati di vivere liberamente la propria passione sportiva”.

CARDONA: “FIGC E LEGA ASSENTI” – Eppure, durante la cerimonia allo stadio Massimino per ricordare Raciti, non c’era alcun rappresentate federale. Non l’ha presa bene Marcello Cardona, Questore di Catania: “Mi sarebbe piaciuto vedere, in occasione dell’anniversario della morte dell’ispettore Filippo Raciti, un rappresentante di Figc e della Lega di Serie A e di Serie B che dicesse qualcosa in favore delle forze dell’ordine e dei sacrifici che ogni domenica o durante la settimana producono negli stadi in modo forte”. Erano invece presenti, oltre ai familiari della vittima, era presente un rappresentante del calcio Catania e il direttore centrale degli affari generali del Viminale, il prefetto Filippo Dispenza. Cardona ha auspicato che “sia stata una semplice dimenticanza” perché ci vuole più partecipazione e meno dichiarazioni sui giornali”.

LO MONACO: “VICINI ALLA FAMIGLIA” – Catania e Palermo si sono strette vicino alla famiglia di Filippo Raciti. Questo il messaggio di Pietro Lo Monaco, amministratore delegato della società etnea: “Filippo è un esempio che vive nel tempo: l’amore per la legalità che ha sempre affermato e difeso, spendendosi con generosità e valore, è un patrimonio che abbiamo il dovere di custodire, perché nella legalità è la vera speranza. Questo sport, che piace così tanto, non genera violenza ma spesso è vittima della stessa: il calcio chiede di essere protetto dalla delinquenza e dagli eccessi. La nostra gratitudine per la comprensione di questa esigenza, sempre mostrata da Filippo, accarezza il ricordo dell’uomo e, attraverso la sua luminosa figura, riconosce la fondamentale importanza di chi opera con coscienza per la Pubblica Sicurezza. A dieci anni di distanza dall’incubo del 2 febbraio 2007, siamo vicini alla famiglia Raciti, con profondo rispetto”.

ZAMPARINI: “ESEMPIO DI CORAGGIO E LEGALITA”‘ – Parole di cordoglio anche da parte del presidente del Palermo, Maurizio Zamparini: “Il Presidente Maurizio Zamparini e l’U.S. Città di Palermo ricordano con profondo rispetto l’ispettore capo della Polizia di Stato Filippo Raciti, autentico esempio di coraggio e legalità, nel decimo anniversario della sua scomparsa”. Anche Enzo Bianco, sindaco di Catania, ha ricordato lo sfortunato ispettore: “Catania commemora oggi un uomo giusto, un tutore dell’ordine la cui vicenda umana deve rappresentare un esempio e un monito per tutti i cittadini”. Il sindaco ha ricordato che il prossimo 17 febbraio, in Municipio, si terrà, alla presenza del capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, una cerimonia per onorare, davanti alla famiglia e a tutte le istituzioni catanesi, la memoria di Filippo Raciti. Per la morte preterintenzionale del poliziotto sono stati condannati, con sentenza definitiva, due ultras del Catania: Daniele Micale e Antonino Speziale, quest’ultimo minorenne all’epoca dei fatti.

Fonte: Repubblica

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