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Lazio, super Immobile: nessuno decisivo come lui

Ciro Immobile, attaccante della Lazio a quota 16 reti in Serie A (Getty)

Meglio di Bacca, Higuain, Belotti e Dzeko. Nessuno come Ciro in Serie A, già a 16 reti coi biancocelesti: “Voglio arrivare a 20 e raggiungere la Champions”. E pensare che con Bielsa non sarebbe mai arrivato. Dal feeling con Inzaghi al “Seccatiello” di mammà, tutto sul bomber della Lazio

Riflessioni: se la Lazio avesse preso Bielsa Immobile non sarebbe mai arrivato. Cronache d’estate, El Loco non sbarca neanche a Fiumicino e Lotito (ri)chiama Inzaghi. Quello che in sette partite “aveva dato tutto giocando pure bene”. “Il fratello di Pippo”. Che intanto, zitto zitto, ripartiva da Venezia in Lega Pro nell’indifferenza generale. Un po’ come Simone, accolto con quello scetticismo tipico del “ripiego”. Quello che aveva portato tanti tifosi della Lazio a disdire le prenotazioni nel ritiro di Auronzo. Il tutto mentre Immobile aspettava un cenno che non sarebbe mai arrivato. Destini comuni, vero Ciro? Perché sappiamo tutti com’è finita, ma non come finirà. Anche se fin qui sta andando benissimo: Lazio quarta in classifica, 2-0 alla Roma in semifinale di Tim Cup e super Inzaghi. Rivelazione di questo campionato (e pensare che era fatta con la Salernitana…). Domandone però: Ciro? Eccolo qui, sorridente e prolifico come ai tempi del Toro. Anzi, pure meglio. Di nuovo “Grande”. Una questione di numeri.

Nessuno così decisivo – Dati, statistiche e grafici. A volte bastano per misurare un calciatore. “Sono la chiave di tutto” dicevano. E i numeri di Immobile parlano da soli: 16 gol in Serie A, 18 stagionali (2 in Coppa Italia contro Roma e Genoa), già superato Miro Klose e il rendimento avuto col Toro nell’anno dei 22 sigilli. Di questo passo può fare anche meglio. Negli ultimi 17 anni di Lazio, inoltre, nessuno ha fatto meglio di Ciro. Soltanto Chinaglia, Signori, Giordano e Crespo tanti anni prima, ma parliamo di leggende, icone del mondo Lazio destinate a non sbiadire mai. Anche se Immobile può emularli. Nove reti in 11 partite nel 2017, quasi tutte decisive. Fulcro dei numeri accennati: perché i gol di Immobile hanno portato alla Lazio ben 16 punti, più di qualunque altro attaccante della Serie A. Per capirci: meglio di Bacca (14), Icardi (13), Dzeko (13), Belotti (12) e Higuain (12). Quando segna Ciro, ci sono sorrisi. E belle vittorie. Vedi il rigore decisivo contro l’Udinese, la doppietta al Bologna o il destro al 90esimo contro il Crotone. Un messaggio a Ventura, a Bielsa e soprattutto a Simone Inzaghi: “Mi ha voluto qui, gli devo tutto”. E l’altro ricambia, felicissimo di un suo “colpo” di mercato arrivato già ad Auronzo, mentre la squadra si preparava a chiudere il ritiro dopo l’amichevole con la Spal. “Immobile? Spero arrivi…”. Così è stato. E adesso nessuno è decisivo come l’attaccante, parlano i dati. Le statistiche. Perché è ancora – come sempre – una questione di numeri. 

Lo chiamavano “Seccatiello” – Da piccolo aveva quel soprannome lì, “seccatiello”. Merito di mamma: “Era magro magro, ma ora sta benissimo”. Soprattutto perché si cresce e… ci si sposa! Jessica è una (grande) cuoca ma a volte “si dispera”. Colpa di Fifa 17: R1+cerchio=gol. Sintesi perfetta per un #playstationaddicted come Immobile. “Seccatiello” sì, adesso Ciro il “Grande”. Merito di un’umiltà tutta sua coltivata negli anni, da Pescara a Torino. Fino a Roma: “Piedi per terra”. E occhi alla Nazionale di Ventura, l’allenatore – un po’ papà – del titolo di capocannoniere coi granata. Sempre in giro e mai “Immobile”. Germania e Spagna, ma i “tedeschi erano freddi” e allora meglio cambiare. Anche se una cosa l’ha imparata: “Klopp mi ha insegnato a non mollare mai”. Perché Ciro è uno che se si mette in testa di fare una cosa quella è, senza storie alcune. Fin da ragazzino. Chiedete al padre, che quando il figlio era piccolo scommetteva coi suoi amici al campetto di Torre Annunziata: “Prende la traversa”. Risultato? “Vinceva sempre”. E prova a farlo anche ora a suon di obiettivi ed idee chiare: “Voglio la Champions e i 20 gol in A con la Lazio di Inzaghi!”. Questione di feeling, stavolta. A Roma si diverte, segna e fa segnare. Decisivo come nessuno. Sorrento, Torino, la foto con Del Piero a 4 anni: “Era destino, debuttò in A entrando al suo posto”. E contro quel Bologna a cui adesso segna una doppietta salendo a 16 reti. Quel “seccatiello” lì è diventato grande. 

Fonte: SkySport

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