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Milan, ecco perché Massa ha dato rigore alla Juve

L’EPISODIO CHIAVE. Al 95′, su cross di Lichtsteiner, De Sciglio ha il braccio un po’ largo e respinge il pallone. Evidentemente per l’arbitro il gesto è da considerare tecnicamente volontario perché il difensore del Milan oppone colpevolmente al pallone un ostacolo maggiore rispetto al proprio corpo

Cominciando dalla fine: il contestatissimo rigore del 2-1 viene concesso alla Juve una ventina di secondi dopo la fine dei 4 minuti di recupero. Che l’arbitro ha la facoltà non di accorciare ma di allungare se ravvisa delle perdite di tempo non fisiologiche: un calcio di rinvio fatto ripetere e i secondi trascorsi prima che Sosa uscisse dal terreno di gioco in occasione dell’espulsione dunque legittimano il prolungamento. A quel punto il rigore deve essere fatto eseguire. Non è netto ma legittimo anche il rigore stesso, concesso da Massa – se non su suggerimento – senz’altro con l’aiuto dell’addizionale Doveri: sul cross di Lichtsteiner De Sciglio infatti va in opposizione tenendo l’avambraccio largo e respingendo il pallone. Non una volontà diretta, ma comunque per quel che chiede il regolamento un gesto che si può punire, nonostante la distanza ravvicinata.

Il milanista infatti avrebbe dovuto preoccuparsi, come hanno fatto anche suoi compagni durante la gara, di non andare verso il pallone con gli arti ad ampliare l’ingombro del proprio corpo. Così la vede, a quanto risulta, anche il designatore Messina, per il quale anzi – dicono gli spifferi – il rigore è solare. Per inciso, Messina non ha designato un arbitro di primissima fascia per questa sfida perché ritenuta meno delicata delle due semifinali di ritorno di Coppa Italia, dei derby di campionato di Roma e Milano e del Napoli-Juve sempre di campionato, partite per le quali sono tenuti in ghiaccio i vari Orsato, Rocchi, Tagliavento e – in subordine – Rizzoli.

Fonte: SkySport

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