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Dzeko-Spalletti, si va verso una multa

Le immagini ormai le hanno viste tutte. Stadio Adriatico, minuto 25 della ripresa: sul punteggio di 4-0, al fianco del francese Grenier pronto ad entrare, dalla lavagna del quarto uomo appare il numero 9. Quello di Edin Dzeko. L’attaccante, nervoso per non essere riuscito a segnare nonostante le tante occasioni avute, esplode in una reazione tanto rabbiosa quanto inaspettata visto il personaggio. La faccia cattiva, come non si era mai vista, un gesto di stizza “internazionale” seguito da insulti in bosniaco. Qualche altra parola, questa volta in italiano, prima di involarsi direttamente nel tunnel degli spogliatoi.

Reazioni e decisioni

Dzeko nel post partita non ha parlato: doccia e poi subito sul pullman, ancora arrabbiato per l’accaduto. Voleva rimanere in campo, cercava un gol per continuare ad inseguire i suoi obiettivi: la Scarpa d’Oro e la classifica cannonieri.

Spalletti ha provato a smorzare i toni: scherzando, parlando di un abbraccio riparatore, spiegando il motivo della sua scelta. Anche lui pensa a se stesso, anzi alla Roma. Decidendo di toglierlo a 20′ dalla fine di una partita già vinta per risparmiarlo in vista del derby. Anche perché, al momento, ha un solo attaccante di ruolo a disposizione (in attesa di valutare le condizioni di Totti).

La società non ha chiaramente gradito l’atteggiamento di Dzeko. Si va verso una multa al giocatore, ma niente punizioni eclatanti. Niente esclusione nel derby, insomma, sulla falsariga di quanto fatto dalla Juventus a Porto con Bonucci.

Il rapporto Spalletti-Dzeko

Dall’arrivo di Spalletti, Dzeko è stato quasi sempre titolare. Dopo le difficoltà dello scorso anno (9 gare dal 1’ su 21 in campionato, 3 di queste saltate per infortunio), quest’anno le ha giocate praticamente tutte: 31 volte titolare su 33 giornate e, quando è mancato, non è mai stato per scelta tecnica.

Spalletti però, davanti ai microfoni, ha spesso pungolato l’attaccante imputandogli mancanza di cattiveria, di ferocia agonistica. Non sarà mai Nainggolan, questo è chiaro, però è un tasto su cui l’allenatore ha insistito spesso, anche pubblicamente. E’ vero che Dzeko, quest’anno, ha segnato caterve di gol ma nelle partite che contano non è mai riuscito a fare la differenza: Porto, Lione, derby di Coppa Italia, a Torino con la Juve. Tutte gare decisive in cui Dzeko ha fatto la comparsa.

D’altro canto il bosniaco (35 gol stagionali, 25 in campionato) non ha mai replicato pubblicamente all’allenatore. A volte ha risposto alle critiche col silenzio, altre col sorriso, Fino a ieri, fino alla sostituzione di Pescara. Quando ha perso quell’aplomb che lo aveva contraddistinto dal suo arrivo in Italia. Un gesto isolato, ma sorprendente, che spinge a riavvolgere il nastro rileggendo il rapporto fra i due e anche le dichiarazioni che, in un primo momento, potevano passare inosservate. Come quella rilasciata a Sky Sport qualche settimana fa proprio da Dzeko: “Il futuro di Spalletti? Dovete chiedere a lui. Forse va via anche se vince…”.

Che l’incertezza su chi sarà l’allenatore della Roma il prossimo anno possa aver legittimato anche un freddo come Dzeko a reagire così? Il dubbio c’è, inutile negarlo.

Fonte: SkySport

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