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Report Figc, Tavecchio sorride: “Il calcio italiano è in crescita”

Report Figc, Tavecchio sorride: "Il calcio italiano è in crescita"Tavecchio durante la presentazione del report (imagoec) ROMA – “Un anno fa, il calcio italiano aveva bisogno di antibiotici potenti. Oggi ci vuole solo un po’ di aspirina”. Carlo Tavecchio, numero 1 della Federazione Italiana Giuoco Calcio, si lascia andare a un sorriso leggendo i numeri e i dati emersi dalla settima edizione di ReportCalcio, lo studio sullo stato di salute del movimento calcistico italiano, presentato oggi a Roma. “C’è chi dice che cresciamo troppo poco ma dobbiamo ringraziare per il fatto di crescere – prosegue Tavecchio – dopo tutto quello che si era paventato in passato. Abbiamo dei crediti nei confronti delle istituzioni europee, che ci stanno dando delle possibilità come le gare dell’Europeo 2020 e l’organizzazione dell’Europeo Under 21. I paesi stranieri hanno già avuto tanto, spero che gli investimenti arrivino in Italia: cominciamo a raccogliere quello che prima era difficile ottenere, abbiamo grande voglia e vocazione di costruire. Il tempo giocherà a nostro favore, entro due o tre anni avremo risultati”.

I DATI – Dal punto di vista strettamente numerico, la FIGC rimane la Federazione più imponente per numero di tesserati: nel 2015-16, anno calcistico preso in esame dal Report, i tesserati totali sono stati 1.353.866 (1.062.294 calciatori, 24.757 tecnici, 33.674 arbitri, 233.141 dirigenti). Le società sono 13.120 con 70.868 squadre, ogni giorno in Italia si disputano in media quasi 1.600 gare ufficiali con arbitro federale. Dati incoraggianti anche per le nazionali: delle 184 partite affrontate nella stagione 2015-16, 94 sono state vinte, con 38 pareggi e 52 ko. Le cinque gare giocate dalla Nazionale azzurra nel corso di Euro 2016 hanno prodotto un’affluenza complessiva negli stadi di 247.564 spettatori e un’audience per partita di 17.6 milioni di spettatori, con uno share medio del 70.9%.

UVA: SERVONO PIU’ STADI – Il report, presentato dall’ex premier Enrico Letta davanti all’a.d. della Juventus Marotta e al patron della Lazio Lotito, fa emergere un’Italia calcistica comunque molto legata agli introiti dei diritti televisivi: i ricavi frutto della vendita dei diritti ai media rappresentano la voce più consistente del valore di produzione aggregato, aumentato da 2.625 milioni del 2014-15 ai 2.858 milioni della stagione 2015-16. Di questi, 1.153 milioni di euro arrivano dalle tv (+5.7%). Sale il costo della produzione (da 3.078 milioni a 3.143) e pesa l’aumento del costo del lavoro (+6.9% rispetto al 2014-15). “Il calcio soffre e continua a soffrire su stipendi e costi – è l’analisi del rappresentante della Uefa, Andrea Traverso – e il dato sul patrimonio netto ci dà un’idea della situazione, con l’Italia intorno ai 100 milioni di euro e la Germania ben oltre il miliardo. L’Italia sta crescendo, ma in maniera più lenta rispetto ad altri paesi”. Il direttore generale della FIGC, Michele Uva, prova a tracciare la strada: “Stiamo ripartendo ma dobbiamo lavorare sui ricavi e sugli stadi: negli ultimi 10 anni, in Europa sono stati fatti 165 nuovi impianti contro i 3 dell’Italia. Nella mini-manovra c’è un emendamento importantissimo per l’estensione della legge e per avere tempi certi, un ringraziamento va al governo per quanto fatto, ora spetta alle società investire: per come la vedo io, un giocatore in meno e uno stadio in più può fare la differenza”.

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Protagonisti:
carlo tavecchio

Fonte: Repubblica

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