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Inter, ecco Spalletti: “Voglio riportare il club nella storia, ora si fa a modo mio”

MILANO – Prima conferenza stampa ufficiale da allenatore dell’Inter per Luciano Spalletti che ha voluto subito mettere in chiaro quale sia il suo credo anche con la squadra nerazzurra. Ovvero che non si può vincere se non c’è attaccamento alla maglia, fattore che è mancato nell’ultima stagione dannata nerazzurra. E soprattutto che in casa Inter è assolutamente necessario cambiare rotta visto che non si vince nulla da tempo.

“RIPORTARE L’INTER DENTRO LA STORIA” – “Ho scelto l’Inter per riportarla dentro la storia di questo grande club, perché me la sono immaginata come una storia piena di belle cose e le voglio vivere tutte fino in fondo, guardandola da più posizioni – ha detto Spalletti -. Voglio essere in prima linea come attore e spettatore privilegiato. Io questa storia la vivrò in tutte le sue sfaccettature, voglio assorbire tutto quello che riguarda l’Inter dall’inizio alla fine”.

“COMPLIMENTI A VECCHI” – Prima di iniziare, l’ex tecnico romanista ha fatti i complimenti a Stefano Vecchi per la vittoria del titolo con la Primavera “e alla sua squadra per aver portato a casa un risultato importante. So quale sia la qualità delle squadre che ha battuto, è stato bravo. Spero che i nostri piccoli campioncini facciano buon uso di questa vittoria perché a volte quando si vince si tende a volersi meno bene. Di solito sono loro che guardano a noi, in questo caso noi guardiamo a loro che sono il nostro onore”.

“SERVE UNA SQUADRA CHE SAPPIA DOVE VOGLIA ANDARE” – “Prima ho evitato di rispondere su Icardi, ora Perisic. E’ chiaro che ci sono qualità assolute e calciatori forti nella nostra squadra, ma devono rientrare in un meccanismo di squadra – ha proseguito Spalletti -. Deve essere la squadra che funziona, io voglio che tutti i calciatori riescano a donare qualcosa delle proprie qualità al compagno”. In merito al modulo, il tecnico ha spiegato che “inizialmente ho pensato a un 4-2-3-1 però poi è chiaro che dobbiamo essere pronti a fare anche altre cose perché il modulo conta relativamente. Quello che diventa fondamentale è saper riconoscere determinati concetti e avere una squadra che sa dove vogliamo andare”. “Se lo fa, poi è chiaro che anche quelli più bravi saranno costretti a farsi da parte. Se invece non saremo una squadra forte come mentalità, carattere e qualità di gioco allora saremo noi che dovremo scansarci”, ha evidenziato Spalletti.

“BISOGNA CAMBIARE, JUVE NON COSI’ LONTANA”  – “Mettiamo subito in chiaro una cosa: mi sembra che da qualche anno non vinciamo niente per cui o facciamo qualcosa di diverso o continueremo con questi risultati. Per quello che si è visto, un calciatore o l’altro non possono determinare la vittoria di un titolo”. “L’anno scorso non ho visto tutta questa differenza di punti tra Inter e Juventus, li vedo più vicini. Sicuramente loro vanno rispettati perché a volte sono oggetti di cattiverie gratuite. Sono forti e faccio i complimenti ad Allegri per quello che ha fatto, per la finale di Champions guadagnata, quando si hanno calciatori forti di solito si pensa che sia facile vincere. Invece è difficilissimo, facile è avere calciatori normali e non vincere niente. Avere calciatori forti e vincere è difficile, quindi brava la Juventus. La dobbiamo rispettare per la sua forza ma il rispetto non va confuso con il timore. Non inciamperemo nell’ultimo scalino quando giochiamo con la Juve, si va dritti in campo a vedere chi è il più bravo”.

“A ROMA DIVIDEVO E NON UNIVO” – Un pensiero anche sulla sua ultima esperienza in giallorosso. “A Roma ero diventato quello che divideva e non che univa – ha detto Spalletti -. Eravamo arrivati a gestire la fine di un mito, Francesco Totti. Si è venuta a verificare una contrapposizione. L’amore per il calciatore più importante ha prevalso sul sostegno e l’affetto che ci doveva essere per la squadra. Queste due cose devono invece essere unite. Era il segno che non avevo fatto bene il mio lavoro”. “Ero in difficoltà. Ho sentito i rumors della gente – ha ammesso l’allenatore – li ho sentiti al bar, ai semafori. In tanti erano a favore ma dovevo farmi da parte e spero che ora la Roma possa essere unita verso il suo obiettivo”.

Inter

serie A
Protagonisti:
luciano spalletti

Fonte: Repubblica

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