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Sconfitte, post Bonucci e strategie da rivedere: la tormentata estate della Juventus

TORINO – In fondo la Juve è abituata, e Allegri anche: nelle ultime quattro estati ci sono sempre stati dei vuoti enormi da riempire (nel 2014 Conte, l’anno scorso Pogba e Morata e nel 2015 fa Pirlo Tevez e Vidal in un colpo solo) e tutti sono convinti che anche quello lasciato da Bonucci passerà, presto o tardi. Di certo, l’estate bianconera sta mandando però segnali poco positivi, ma a Torino sono convinti che sia meglio i così: i problemi è bene che affiorino quando c’è tutto il tempo per risolverli. Le quattro amichevoli precampionato non sono andate benissimo: una vittoria (3-2 al Psg), un pareggio (1-1 con la Roma, poi battuta ai rigori) e due sconfitte (1-2 con il Barcellona e 0-2 con il Tottenham).

Anche due anni fa, in un passato che presentava diverse analogie con il presente (gli effetti di una finale perduta, la squadra che doveva digerire molte novità), i bianconeri zoppicarono, perdendo con Borussia Dortmund e Marsiglia, ma al primo appuntamento della stagione non topparono vincendo la Supercoppa, anche quella volta contro la Lazio, però a Shangai. Allegri è convinto che domenica prossima all’Olimpico di Roma non andrà diversamente. Sa di avere una squadra affidabile e dopo tutto nella formazione titolare deve innestare un solo elemento nuovo, Douglas Costa, destinato a scalzare Cuadrado. De Sciglio e Bernardeschi al momento sono più indietro. E gli acquisti che mancano (un attaccante, un centrocampista, un difensore) arriveranno soltanto alla fine del mese. Dopo tutto urgenze non ce ne sono.

Resta il fatto che questo primo mese di lavoro ha evidenziato alcune lacune e sta spingendo la società a ritoccare la strategia. Non è più il centrocampista, dunque, il primo obiettivo (in attacco l’unico nome su cui si lavora è Keita) ma adesso Marotta sta pensando anche alla difesa. Numericamente il settore dei centrali è coperto (ci sono quattro uomini per due posti), ma tra l’età di Barzagli, gli acciacchi di Chiellini, l’incostanza di Benatia e la maturazione ancora incompleta di Rugani il rischio di un calo di competitività c’è. Non si tratta più, quindi, soltanto di aggiungere un elemento per fare numero, come si era immaginato in un primo momento, ma di ricercarne uno di altissima qualità, erodendo una parte del budget destinato al centrocampista. Perciò la Juve sembra pronta a preparare un’offertona per Manolas o De Vriij, mentre all’estero piace Garay, argentino del Valencia. Tra l’altro in mediana Marchisio sta dimostrando di essere tornato agli antichi livelli di rendimento: con lui, Pjanic e Khedira, un nuovo arrivato rischierebbe di fare molta anticamera.
 

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Fonte: Repubblica

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