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Presidenza Figc, Tommasi nicchia: “Per ora non sono candidato, non è un ruolo ambito”

ROMA – Voltare pagina, non solo come persone ma anche e soprattutto come strategia di governo e contenuti. E’ l’imperativo a cui è chiamato il calcio italiano e in primis la Figc rimasta senza vertice dopo le dimissioni di Carlo Tavecchio, a seguito della clamorosa eliminazione della Nazionale dai Mondiali di Russia 2018. Sotto traccia non mancano i movimenti di chi punta a farsi avanti in vista dell’assemblea elettiva, così come gli endorsement. Uno, particolarmente significativo, è stato quello espresso nei giorni scorsi da Francesco Totti che ha indicato Damiano Tommasi, suo ex compagno di squadra ai tempi della Roma, come uomo ideale per far rinascere la Federcalcio.

TOMMASI: “TOTTI UN AMICO, PRESIDENTE RUOLO NON AMBITO”- “Sono parole di un amico che mi stima e che, dopo queste parole, non so quanto sia un amico… Non è un ruolo ambito, il prossimo presidente federale avrà un compito difficile – afferma ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’, su Radio1 , l’attuale numero uno dell’Associazione Italiana Calciatori – Io presidente? C’era voglia di cambiamento già lo scorso 6 marzo, sono sconfitte che lasciano l’amaro in bocca ma gratificano per la coerenza delle posizioni. Oggi non sono candidato, non mi sto candidando e nessuno lo sta facendo. La federazione ha bisogno di volti e persone nuove per dare concretezza ad un tema che, dal 2014, ha al centro il progetto sportivo. C’è da trovare la quadra su come governare la federazione e riportare il tema sportivo al centro della discussione. Lo dicemmo anche dopo il Brasile con la candidatura di Albertini, per orientare le scelte dal punto di vista normativo con le leghe e le altre componenti federali. L’aspetto normativo deve essere al servizio dei club, ci sono norme che influiscono sulla crescita dei ragazzi e sugli investimenti da fare al servizio del progetto sportivo, e non viceversa. Questa dovrebbe essere la nuova federazione: il progetto sportivo è passato in secondo piano, dai dilettanti alla Serie A, le società cambiano 20-30 giocatori in ogni sessione di mercato ed è difficile fare un progetto di crescita”.

Nazionale, lo sfogo di Tommasi: “Tavecchio non si dimette, ce ne andiamo” fonte: Repubblica.it

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