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Serie A, le migliori giocate della 17^ giornata

Nel 2006 Matteo Politano aveva tredici anni e giocava con le giovanili della Roma; probabilmente la sera del 26 novembre, quando Francesco Totti ha segnato contro la Sampdoria una delle reti più belle della sua carriera, Matteo si è addormentato sognando di poter emulare, un giorno, le gesta del suo Capitano.

Sul finire del primo tempo il Sassuolo ha asserragliato la Samp nella sua area di rigore. Magnanelli, smarcato da un tocco intelligente di Berardi che si è abbassato versa la sua metà campo portandosi dietro due avversari, dà per un attimo l’impressione di voler premiare l’inserimento di Lirola sull’out di destra; poi, invece, dopo una pausa da playmaker navigato, sventaglia il pallone in area, sulla fascia opposta, quasi senza guardare, con la sensazione che possa giungere sul pallone Matteo Politano.

In effetti l’esterno arriva alle spalle di Bereszynski, contando perfettamente i passi e posizionando il corpo in maniera ideale per calciare a incrociare, di volée, con il sinistro, che non è l’unica cosa che Politano potrebbe fare in quella circostanza, ma quella più ambiziosa. In ogni fotogramma dell’azione, da quando entra nell’inquadratura, Politano trasuda sicurezza nei suoi mezzi, che è il motivo per cui ho scelto di premiare questa giocata – quella sicurezza che hai quando sei molto in forma, e sei reduce da una partita, quella contro il Crotone, in cui ha segnato e servito un assist.

Il tiro che ne esce, leggermente strozzato, non è che la pallida emulazione della regalità del tiro di Totti, ma a modo suo è un momento importante nella partita dell’esterno perché segna l’inizio del Festival di Politano Che Tocca Con Grazia Palloni Cadenti: sugli sviluppi del corner successivo calcia ancora verso Viviano, al volo, dal limite dell’area, scheggiando il palo, uno dei tiri al volo più belli di una giornata ricca di diverse sfumature di questo gesto tecnico, dalla dirompenza di Brozovic alla sfortuna millimetrica di Letizia contro la SPAL; e nel secondo tempo, su un campanile spiovente dopo una rovesciata un po’ depressa di Berardi, controlla il pallone facendolo cadere a terra con la grazia poetica di un fiocco di neve che si posa sul naso di un cane la notte di Natale.

Fonte: SkySport

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