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Stromberg: “Che soddisfazione la mia Atalanta”

Chi era Stromberg

Affermato imprenditore culinario oggi, giocatore dalle mille risorse negli anni ’80 quando l’Atalanta si innamorò di questo colosso svedese. Arrivato in Italia nel 1984 dopo aver fatto incetta di titoli con Goteborg e Benfica, Stromberg fece il suo ingresso nel nostro campionato nella stessa finestra di mercato in cui arrivarono Maradona al Napoli, Rummenigge all’Inter, Socrates alla Fiorentina, Junior al Torino, Souness alla Sampdoria, Brigel ed Elkjaer al Verona, e infine Wilkins e Hateley al Milan. Un firmamento di stelle che finirono per oscurare, almeno inizialmente, il talento del giocatore svedese. L’inizio non fu semplice, Sonetti lo ritenne troppo lento per i ritmi del campionato italiano, così lo relegò ai margini di una squadra che, nonostante la finale di Coppa Italia (che valse comunque ai nerazzurri la qualificazione in Coppa delle Coppe) retrocesse in serie B. Notate le sue difficoltà, Eriksson lo chiamò alla Roma dopo i trionfi comuni con Goteborg e Benfica, ma Stromberg preferì rimanere all’Atalanta, cementando il rapporto con i tifosi e con il nuovo allenatore Mondonico, appassionato come lui dei Rolling Stones. La scelta si rivelò azzeccata, dal momento che i nerazzurri riconquistarono subito la serie A e brillarono in Europa, arrivando fino alla finale di Coppa delle Coppe persa contro i belgi del Malines. “Eravamo un gruppo unito, talenti come Magrin e Donadoni. Il ko col Malines mi fa ancora rabbia, meritavamo noi. Ho giocato 8 anni con l’Atalanta, sono stato capitano, ho chiuso la carriera in nerazzurro: c’è ancora oggi un feeling speciale”.

Fonte: SkySport

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