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Figc, è arrivata l’ora della verità. Si sceglie l’erede di Tavecchio, tutto dipende da Tommasi…

ROMA – Il gran giorno è arrivato: domani, lunedì 29 gennaio, il mondo del calcio elegge il suo leader, l’erede di Carlo Tavecchio spazzato via dopo il flop mondiale. Il quartier generale è a Fiumicino, un hotel davanti all’aeroporto: si sono candidati in tre (Tommasi, Gravina e Sibilia) ma Malagò ha chiesto di rinviare tutto di 90 giorni per evitare che il presidente eletto, chiunque sia, diventi un re travicello, debole, e con un consiglio federale fragile.”Sarebbe il governo più corto della storia del calcio”, sintetizza Malagò prima di partire per la Corea. I tre candidati non possono rinviare le elezioni, dovrebbero sentire prima i loro 275 delegati ma a questo punto, a meno di novità nella lunghissima vigilia, si va alle urne divisi come non mai, lacerati. Si va a votare dopo che sono passati giorni a parlare di poltrone da spartirsi, non di programmi. Una brutta immagine, davvero. Aggiungiamoci la Lega di A che se non elegge i suoi organi entro febbraio il Coni commissaria (già convocata una Giunta straordinaria per il 1 marzo…), e il quadro è completo. Per fortuna ci restano le partite…

Se non si va al rinvio, allora tutto dipende da Damiano Tommasi, è lui l’ago della bilancia: stanotte la sua base e Ulivieri potrebbero chiedergli di fare un passo indietro e fare convergere i voti su Gravina. In questo caso il presidente della Lega Pro potrebbe arrivare intorno al 55-57 per cento (ha anche metà A e B dalla sua, oltre ad Ulivieri) e vincere agevolmente per buona pace di Malagò. Diversamente, con tre candidati, il favorito al ballottaggio sarebbe Sibilia, che conta sull’appoggio di Lotito, candidato come lui per il centrodestra alle politiche del 4 marzo. Tommasi ha poche speranze di farcela, il suo successo sarebbe una novità clamorosa, almeno in Italia: ma il problema è che un ex calciatore viene visto ancora come un sindacalista, un rivale, e per questo le Leghe non lo votano volentieri. Ma potrebbe comunque portare a casa una vicepresidenza e la guida del Club Italia, cui tiene molto.

Vincesse Gravina sarebbe comunque la conclusione di un percorso di un dirigente sportivo di lunghissimo corso, di un imprenditore che certo conosce bene quel mondo e le sue regole.

Vincesse Sibilia sarebbe un autentico exploit perché solo un anno fa (era il 28 gennaio) il figlio dello storico proprietario dell’Avellino è stato eletto all’unanimità presidente dei Dilettanti: di sicuro sarebbe contento (anche) Berlusconi che potrebbe ritrovare così il fedelissimo, e amico vero, Galliani come ministro dello sport, e Sibilia appunto leader del calcio. Un bel colpo per il n.1 di Forza Italia. Un brutto colpo per Luca Lotti.

Fonte: Repubblica.it

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