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Trofeo Caroli, gli U14 e l’autogestione in campo

Un modo nuovo di vivere il calcio under in Italia. Lontano da isterie genitoriali, da urla e parole fuori luogo e soprattutto dal “risultatismo” a tutti i costi. Quello che porta un bimbo ad incupirsi di ritorno da un match di pallone. Non perché non si sia divertito. Ma perché purtroppo ha perso. O perché non è stato schierato. Ecco, a Gallipoli funziona tutto diversamente. Una sorta di porto franco del calcio di casa nostra, dove club top del panorama italiano aderiscono alla proposta de La Giovane Italia in Campo.

Ovvero, ridiamo il calcio in mano ai veri protagonisti, facendo fare agli adulti al seguito un piccolo passo indietro. Come conduzione tecnica ma soprattutto come atteggiamento a contorno di quella che deve essere una festa dello sport. Gli Under 14 di Juventus, Roma, Sassuolo, Inter, Milan, Verona, Spal e Genoa vengono semplicemente accompagnati al campo. Da lì inizia la “loro partita”, quella che comporta il fare la formazione in autonomia. Essere in campo e effettuare sostituzioni in base alle idee e impressioni dei due “mini-allenatori” ( scelti dal resto del gruppo a rotazione). Quindi, si vince o si perde da soli, consapevoli e responsabili delle proprie scelte. Con gli adulti, di solito opprimenti e fuori contesto, educati a comportamenti più adatti ad una gara dove si va solo per tifare per i propri figli. Non per inveire contro chiunque.

L’allenatore in tribuna avrà anche questa funzione, quella di istruttore delle buone maniere, per sorvegliare e correggere eventuali “proposte dialettiche” fuori luogo. Perfettamente inutili nell’ambito di un corretto incoraggiamento verso i protagonisti sul campo. Un piccolo grande segnale per contrastare tutto il deprimente trend attuale che gira intorno al mondo dei tornei giovanili. Gallipoli c’è! Chi risponde presente e si affianca? La palla passa al resto d’Italia.

Fonte: SkySport

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