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Napoli story, “jamm jà”: da Lipsia alla Coppa Uefa

“Ah, napoletano! Emigrante?”. E già, perché partire da Napoli soltanto per il gusto di vedere Maradona palleggiare all’Olympiastadion di Monaco e tornare a casa – in Italia – era considerato qualcosa di inconcepibile. Sapete, prendere un treno, l’autobus – vabbuò i più ricchi l’aereo – e “viaggiare”. Ma non pazziammo: “U’ napolitano non pò viaggià, pò sulamente emigrà”. Eppure mai come in quella stagione i napoletani si identificarono con Gaetano, che si era scocciato da un pezzo di stare con mammà, con la famiglia, di svegliarsi alle 5 per lavorare al bar (“non tengo chiù genio”) e aveva lasciato Napoli, così, all’avventura, per vedere l’effetto che fa. E se Gaetano – che era Massimo Troisi in “Ricomincio da tre” – aveva scelto di andare a Firenze in autostop, i suoi “paisà” si erano spinti oltre, smaniosi di ammirare le opere d’arte di Maradona e il museo itinerante del Pibe: Salonicco, Lipsia, Bordeaux, Torino e ancora Monaco di Baviera e Stoccarda, l’ultima tappa del pellegrinaggio. Partiti con una valigia piena di sogni e rincasati con un souvenir decisamente ingombrante, fuori dalle dimensioni di un bagaglio a mano: un calice d’argento, su un piedistallo di marmo, 65x33x23, 15 chili di peso. Trent’anni fa chiamata Coppa Uefa, oggi Europa League, ma la sostanza non cambia: il costo del supplemento vale sempre il prezzo il biglietto. 

Fonte: SkySport

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