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Ancelotti: “Gattuso anima Milan. 4° posto? Si può”

Segnali di rinascita importanti: la convincente vittoria in campionato contro la Sampdoria che allunga la striscia di risultati utili consecutivi e che alimenta i sogni di rimonta in classifica, una semifinale di Coppa Italia contro la Lazio ancora tutta da decidere (0-0 l’andata), la qualificazione agli ottavi di Europa League quasi blindata (3-0 la vittoria sul campo del Ludogorets nella gara d’andata dei sedicesimi della competizione). La cura Gattuso sembra aver rivitalizzato il Milan. “Sinceramente ci speravo, ma non ne avevo la certezza. Quando si subentra in panchina ci sono sempre molte incognite, molti dubbi, molti ostacoli da superare. Rino è stato bravo a dribblare le difficoltà e a farsi seguire dai giocatori. Quello che conta è come ti accettano i giocatori? Proprio così. Se riesci a essere credibile ai loro occhi, allora puoi ottenere qualsiasi risultato”, parola di Carlo Ancelotti. Uno che l’ambiente rossonero e Rino Gattuso li conoscere bene. “Lo vedo come un autentico condottiero. Ha in pugno il gruppo, i ragazzi andrebbero nel fuoco per lui, e questo aspetto è determinante nel calcio e, in generale, nella vita. Gattuso è l’anima del Milan e i giocatori mettono a disposizione le loro conoscenze e le loro energie per arrivare al successo: è la strada giusta”, ha dichiarato Ancelotti durante un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport.

“Suso e Calahanoglu sono un po’ i miei Seedorf e Kakà”

Ancelotti ha poi proseguito: “Gattuso ha impiegato poco tempo a creare l’alchimia giusta. A volte servono mesi, anni. Rino, invece, ci ha messo un mesetto, ma è stato avvantaggiato dal fatto di aver fatto parte del Milan, di conoscere la storia di questa società. Non c’è angolo di Milanello che abbia segreti per lui. Rino è stato un pilastro del mio Milan, che si rifaceva a una precisa filosofia di gioco e di gestione. Ora, con molta saggezza, sta cercando di riportare quei valori al centro del progetto. Si va lontano soltanto se la società, la squadra e l’ambiente, inteso come pubblico, sono un blocco unico e camminano nella stessa direzione. Quando ci sono scollature, i risultati sul campo non arrivano”, ha proseguito l’ex allenatore del Bayern Monaco. Analogie fra il 4-3-3 di marca Gattuso e l’albero di Natale adottato del suo Milan? Ancelotti risponde così: “Qualche differenza c’è, perchè Seedorf e Kakà erano diversi per caratteristiche rispetto a Calhanoglu e Suso. Però, di base, c’è il desiderio di infoltire il centrocampo e di lasciare un uomo avanzato a fare la battaglia con gli avversari. Poi gli inserimenti da dietro fanno la differenza. Ma avete visto Bonaventura contro la Samp? Perfetta l’entrata in area sul cross da destra e stupenda la stoccata finale! E Calabria? Ma quanto corre!”.

Fonte: SkySport

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