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Trequarti d’oro, no Aubameyang: ecco l’Arsenal

Salutato Alexis Sanchez sbarcato alla corte di Mourinho, Wenger non può che ripartire dalla classe di Mesut Özil: tedesco dalla classe innata, forse rivedibile per continuità e corretto approccio mentale, indubbiamente la prima pedina in grado di illuminare il gioco sulla trequarti. L’Arsenal investì 53 milioni per acquistarlo nel 2013, lui che ha vestito in precedenza le maglie di Schalke, Werder e Real Madrid, arrivando a ribadire il suo valore pure in Premier League: 37 gol e 64 assist distribuiti in 185 presenze, numeri che in stagione recitano invece 5 reti e 7 assist complessivi. Campione del mondo nel 2014, gioiello dai ricchi sponsor e tecnica da vendere: è lui il primo pericolo per Gattuso.

In campo

Finalisti nella Coppa UEFA del 2000 vinta dal Galatasaray, l’Arsenal guarda al presente con il doppio confronto contro il Manchester City e un trofeo in palio (Coppa di Lega domenica a Wembley). Wenger convive con le assenze in attacco: detto di Aubameyang non eleggibile in Europa League e Lacazette frenato dall’intervento al ginocchio sinistro fino ad aprile, l’unica punta di ruolo nel 4-2-3-1 di partenza resta Welbeck. I pericoli arrivano piuttosto dalla trequarti con Özil e Mkhitaryan oltre al nigeriano Iwobi, freccia temibile. Un centrocampo di qualità con la presenza di Ramsey e Xhaka senza trascurare Elneny e il ritrovato Wilshere, talento giunto alla piena maturità. Sugli esterni difensivi spingono gli spagnoli Bellerin e Monreal, affidabili al centro l’ex blucerchiato Mustafi e Koscielny. Il portiere di coppa è il colombiano Ospina a discapito del veterano Cech mai utilizzato. Se i Gunners risultano meno convincenti delle ultime stagioni per organico e spessore, le proprietà tecniche non sono assolutamente in discussione. E la tradizione internazionale è ormai di casa all’Emirates, ecco perché l’ottavo contro il Milan promette spettacolo.

Fonte: SkySport

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