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Il calcio come incubo, i casi degli ultimi anni

A pochi giorni dall’intervista dai toni pesanti di Per Mertesacker, che ha affermato di non veder l’ora di chiudere con il calcio perché questo gli provoca nausea, altre parole di critica al contesto attuale vengono gettate fuori da uno che, di tempi negativi, ne sta attraversando parecchi ultimamente: André Gomes. Il centrocampista, a Barcellona dal 2016, ha visto gradualmente calare il livello delle sue prestazioni e adesso, mentre i suoi compagni brillano e volano verso la conquista della Liga, rimane l’unico a beccarsi i fischi del Camp Nou. Una situazione che il portoghese non riesce a superare e che lo tormenta in ogni momento della sua giornata. “Sono bloccato dentro – racconta il giocatore classe ’93 -. Tengo per me tutta la frustrazione che ho, quindi quello che faccio è non parlare con nessuno e non disturbare nessuno. È come se mi sentissi in imbarazzo. Non sto bene in campo, non riesco a godermi quello che mi piace fare di più. Nei primi sei mesi le cose sono andate molto bene, poi tutto è cambiato perché ho iniziato a sentire più pressione. La vivo bene ma non quella che metto su di me. È come se avessi delle cattive sensazioni durante le partite. Pensare troppo mi fa male, perché penso alle cose cattive e di conseguenza a tutto il resto. I miei compagni mi supportano molto, ma le cose non funzionano come vorrei”. I problemi sul campo per André Gomes si stanno riflettendo anche nella sua vita personale: “In più di un’occasione mi è successo che non voglia uscire di casa – continua il portoghese -, perché le persone possono guardarti e io ho paura e vergogna di uscire per le strada”. L’unica zona di comfort per lui è diventato il campo di allenamento: “Lì mi sento tranquillo – spiega Gomes -, sono a mio agio con i compagni, anche se a volte ho poca fiducia e si vede anche in allenamento. Forse ho giocato il giorno prima o due giorni e ho ancora l’immagine della partita in testa che non mi permette di andare avanti. Mi dicono che vado con il freno a mano tirato e la cosa più difficile è essere consapevole di tutto. Mi dà fastidio che mi dicano che posso fare cose molte buone, io allora mi chiedo: perché non le faccio?”.

Fonte: Sky

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