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Arsenal-Milan, uno spot per il var in Champions. Tutti gli strascichi del tuffo di Welbeck all’Emirates

ROMA – Ormai è ufficiale. All’Emirates Stadium non ha vinto l’Arsenal, ma chi non c’era: il Var. E’ stato un trionfo indiretto, ma chiarissimo. L’uso del video nel calcio, per evitare errori assurdi come quello dell’arbitro Eriksson e del suo assistente di porta Johannesson sul tuffo di Welbeck premiato da un inesistente rigore, è ormai una necessità. L’ha ribadita il suo fautore, il presidente della Fifa Gianni Infantino, che l’ha imposta al Mondiale di giugno: l’Ifab, l’organismo che presiede alla modifica delle regole e che è stato noto per decenni per la propria rigidità sul tema, ha approvato l’innovazione all’unanimità e la ratifica della Fifa nel consiglio di Bogotà è diventata un atto scontato quanto simbolico: “Non è più ammissibile nel 2018 che chiunque a casa, davanti alla televisione, si possa rendere conto di un errore arbitrale pochi istanti dopo e l’arbitro in campo, invece, no”, ha spiegato Infantino. Non si tornerà più indietro sulla moviola, che fino a un paio d’anni fa sembrava fantascienza. La nuova Fifa, in prima fila il braccio destro di Infantino Zvonimir Boban, l’ha sdoganata.

IL RUOLO DI COLLINA – Il presidente della Fifa ha aggiunto al commento una statistica inequivocabile: “Senza il Var, un arbitro può commettere un serio errore una volta ogni tre partite. Col Var, invece, i dati ci dicono che la probabilità si abbassa a un errore ogni diciannove partite”. A poche ore dai fatti dell’Emirates, la decisione presa in Colombia ha dunque trasformato Arsenal-Milan in una partita storica: quella della fine virtuale dell’era degli assistenti di porta, che resistono ancora nelle competizioni Uefa per via dei tempi fisiologici indispensabili all’introduzione del Var in tornei lunghi come la Champions e l’Europa League, dove l’addestramento degli arbitri e il collaudo delle tecnologie sono più complessi rispetto a un Mondiale, che dura un mese e impiega un numero più ristretto di arbitri. Ma la strada è tracciata: entro due anni la rivoluzione della video assistenza all’arbitro dovrebbe essere completata. La partita di Londra è stata per la Fifa il migliore degli assist. Un ruolo fondamentale in Russia toccherà all’italiano Pierluigi Collina, capo della commissione arbitri Fifa e designatore Uefa. 

ITALIA DANNEGGIATA – Ma proprio in questa fase c’è un’altra statistica inconfutabile e un po’ beffarda: gli errori ai danni delle squadre italiane si stanno moltiplicando. Dai play-off fatali di novembre, con i due rigori negati alla Nazionale nel duello con la Svezia, la tendenza è proseguita. La Juventus, negli ottavi di finale contro il Tottenham, non ha ottenuto un rigore più che evidente e in Europa League la Lazio ha visto il portiere della Dinamo Kiev graziato di un’espulsione chiara. La qualificazione di Juventus e Lazio ha spento le potenziali polemiche e il Milan stesso ha preferito non alimentarle. La sportività di Gattuso è stata molto apprezzata dagli inglesi. Come ha osservato con rammarico l’allenatore, Arsenal-Milan resterà negli archivi con il 3-1 finale: risultato più che mai bugiardo, dopo un primo tempo nel quale il Milan era passato in vantaggio con un tiro da lontano di Çalhanoglu e stava riaprendo la qualificazione ai quarti di Europa League: “La sconfitta brucia, non accetto che negli ultimi minuti alcuni tra i miei giocatori abbiano mollato. Gli errori dell’arbitro fanno parte del gioco: una vola che ci sono stati, non bisogna più pensarci”. Resta, però, la beffa.

STOP A ERIKSSON – Anche in Svezia la partita dell’Emirates ha lasciato strascichi. Si è infatti incrinato il mito popolare di Jonas Eriksson, il quarantaquattrenne arbitro, internazionale dal 2002 e con due Mondiali all’attivo, che in patria è una star televisiva. Eriksson, ex agente di commercio, partecipa abitualmente a trasmissioni di quiz in veste di vip e ha fama di intellettuale fin da ragazzo, quando era giovane reporter e intervistava scrittori celebri. La sua notorietà si moltiplicò prima dell’Europeo 2012, quando diventò milionario grazie alla vendita di una start-up da lui creata e diventata un gigante dell’acquisizione e della vendita dei diritti televisivi e sportivi. La sua carriera arbitrale aveva già di fatto subito una brusca frenata nel novembre scorso, quando non venne inserito nella lista dei 36 arbitri del Mondiale: una sorpresa in Svezia e in generale, dato l’alto livello del quale è accreditato. Ora Eriksson e la sua squadra di assistenti verranno fermati dall’Uefa, dopo avere abboccato al tuffo di Welbeck, che non è stato tuttavia l’unico errore. E’ opinabile anche la mancata concessione del rigore al Milan, sull’1-1, per un fallo di mano di Chambers, decisione condivisa con l’altro assistente di porta Ekberg. Il 3-1 di Welbeck, di testa, nasce da una posizione di fuorigioco dello stesso Welbeck nella fase di partenza dell’azione. 

UNO STRANO MAESTRO – Le critiche per la partita dell’Emirates hanno investito, non certo marginalmente, anche l’assistente di porta Stefan Johannesson, da tempo nella squadra internazionale di Eriksson e lui stesso internazionale dal 2003. E’ stato lui, appostato a non più dii due metri da Welbeck e perciò in grado di valutare l’azione meglio di chiunque altro, a indicare il molto teorico fallo di Rodriguez. Da due mesi Johannesson ha assunto in Svezia il ruolo di formatore dei giovani arbitri della federazione svedese: non proprio il migliore dei maestri.
Quanto ai precedenti europei di Eriksson, possono pescare nel subconscio. La Juventus, negli ottavi di finale di finale di Champions del 2016 contro il Bayern, si lamentò di lui per l’annullamento di un gol di Morata e per un fallo di Kimmich su Pogba nell’azione del 4-2 ai supplementari. L’Arsenal aveva fatto altrettanto nel 2013, sempre in Champions, per una gomitata dell’allora centravanti del Borussia Dortmund Lewandovski sul volto dell’attuale capitano dei Gunners Koscielny. E nel 2014 Manuel Pellegrini, all’epoca allenatore di un’altra squadra inglese, il Manchester City, fu squalificato per  due giornate per le dichiarazioni contro Eriksson, dopo gli ottavi di finale di Champions col Barcellona. Pellegrini attaccò l’arbitro per un rigore concesso a Messi con annessa espulsione di Demichelis: sostenne che il fallo era stato commesso fuori area e tirò indirettamente in ballo il Milan, ipotizzando la compensazione a favore del Barcellona per via di presunti precedenti errori di Eriksson a sfavore del Barça, quando diresse un Milan-Barcellona nella fase a gironi.

WELBECK SOTTO ACCUSA – Le parole concilianti di Gattuso non cancellano la clamorosa svista dell’arbitro svedese Eriksson e del suo assistente di porta Johannesson, che hanno concesso a Welbeck  il rigore dell’1-1, premiando la sua simulazione: una topica talmente enorme che perfino qualche giocatore dell’Arsenal, sul campo, si è lasciato scappare un sorriso. E’ capitato, ad esempio, a Monreal, anche se le interpretazioni sul sorriso in questione da parte della stampa inglese divergono: qualche giornale lo ha attribuito alla sorpresa dello spagnolo per il fatto che Welbeck, accompagnato da una fama di tiratore non proprio impeccabile, abbia fatto centro dal dischetto. Ma i dubbi rimangono parecchi. E in Inghilterra è oggetto di accuse anche pesanti il centravanti di scorta: lo è in Nazionale, in assenza di Kane, e nell’Arsenal, dove gioca in Europa League al posto di Aubameyang, escluso dal regolamento per il recente trasferimento dal Dortmumd, e al posto dell’infortunato Lacazette.

LA RAMANZINA DEL CT – Inclini al sarcasmo, i tabloid si sono scatenati col tuffatore, inchiodato da foto a tutta pagina. Il suo allenatore Wenger ne ha tentato inizialmente una debole difesa, per poi cedere all’evidenza: “Gli chiederò se si è tuffato”. Non avrà bisogno di farlo il ct dell’Inghilterra Southgate, che ha già pronta una lezione sul tema. Nell’imminente ritiro della Nazionale inglese per le due amichevoli con Olanda e Italia, il commissario tecnico ha già programmato una lunga seduta video per illustrare ai giocatori l’uso del Var al Mondiale e i relativi comportamenti da tenere in campo. L’argomento più scabroso sarà ovviamente quello delle simulazioni, sulle quali la Fifa ha promesso il pugno duro, assai più che in passato, proprio grazie alla possibilità di usare il Var. Si prevede che Southgate mostrerà appunto il tuffo di Welbeck, che però non sarà l’unico destinatario degli avvertimenti del commissario tecnico.

TENSIONI POLITICHE – La fama di tuffatore accompagna infatti anche il ventunenne Dele Alli, talento del Tottenham. Nel ritiro inglese si toccherà anche un altro argomento scabroso: le tensioni politiche attorno alla squadra al Mondiale, con il caso diplomatico tra Inghilterra e Russia in pieno corso, dopo la spy story dell’avvelenamento di un agente segreto russo a Londra, la durissima presa di posizione del capo del governo, Theresa May. Le ipotesi di boicottaggio del Mondiale non trovano per ora riscontri nella Federazione inglese, ma è già certo che i tifosi al Mondiale saranno cinque volte meno del solito. La prova generale, che tutti avrebbero voluto evitare, arriverà presto. Il sorteggio dei quarti di finale di Europa League ha messo proprio l’Arsenal contro il Cska Mosca e la partita di ritorno in Russia, il 12 aprile, viene già illustrata dai tabloid con l’humour nero britannico in appositi fotomontaggi. Frotte di scafandri avanzano, firmando autografi o scattando selfie sulla piazza Rossa: sono i giocatori e i tifosi dell’Arsenal.

Fonte: Repubblica.it

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