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Messi caput mundi: solo cose straordinarie a Roma

Le tappe a Roma

Se è vero che tutte le strade conducono qui, la prima volta di Leo nella Capitale ne sancisce un legame davvero speciale. È il 27 maggio 2009 quando il 21enne argentino, atteso dall’ultima fatica in calendario, prende parte all’epilogo di Champions League in programma all’Olimpico contro il Manchester United ad archiviare un’annata memorabile. Nient’altro che la prima stagione da marziano, 37 reti in 50 partite che precedono la finalissima dinanzi al rivale assoluto negli anni a venire, quel Cristiano Ronaldo che un mese più tardi si trasferirà al Real Madrid a fronte di 94 milioni di euro. Un confronto stravinto dalla Pulce che, dopo il vantaggio di Eto’o, sigilla il 3° titolo nella competizione del Barça allenato da Guardiola: semplici attori non protagonisti due giganti come Ferdinand e Van Der Sar, beffati da un colpo di testa della punta inferiore ai 170 centimetri sul cross di Xavi. Soluzione che non appartiene al repertorio tant’è che l’impatto è rivedibile ma chirurgico, stacco in sospensione che lo avvicina alla gloria. Praticamente un paradosso per chi si è ritagliato solo 23 gol di testa su una produzione superiore ai 600, certamente il 9° acuto di Messi in quell’edizione ovvero la palma di capocannoniere. Ecco servito il primo triplete del calcio spagnolo nonché la seconda Champions dell’argentino che tuttavia nel 2006 perse la fase cruciale del torneo. E quello slancio aereo contribuì ad inaugurarne la bacheca con il primo Pallone d’Oro della collezione.

Fonte: SkySport

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