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Milan, l’ultima vittoria con il Napoli 40 mesi fa

Due rivoluzioni diverse

Quante cose sono cambiate, da quell’ultima vittoria rossonera. Basta uno sguardo alle formazioni per accorgersi di come il calcio corra veloce: nel frattempo abbiamo assistito a una rivoluzione cinese e a ben 4 avvicendamenti sulla panchina rossonera, all’addio di Higuain, all’esplosione di Mertens e alla nascita del sarrismo dall’altra parte. Anche questa una rivoluzione, se vogliamo.

In quel Milan, Donnarumma era ancora il promettente portiere della Primavera: a difendere i pali dei rossoneri c’era Diego Lopez, e solo a pronunciarne il nome sembra di parlare di una vita fa (anche perché, nel frattempo, il piccolo Gigio si appresta già a festeggiare le 100 in A). In difesa i francesi Mexes e Rami, poi Bonera e Armero. Centrocampo con Poli, Montolivo, de Jong, davanti Honda, Bonaventura e Menez come falso nueve. Due i superstiti, Montolivo e Bonaventura, un altro in panchina (entrato a partita in corso), quel Cristian Zapata che adesso, complici le assenze di Bonucci e Romagnoli, si ritrova improvvisamente titolare proprio contro il Napoli. Allenatore era Filippo Inzaghi, che schierava il 4-3-3 come usa oggi il suo ex compagno Gattuso, con le due ali “a piedi invertiti” tra cui Bonaventura, che oggi invece dà il meglio di sé da mezzala.

E il Napoli? Il più radicale cambio di ruolo, come detto, è stato quello di Mertens, all’epoca ancora un’ala nel 4-2-3-1 di Benitez. Higuain centravanti, ovviamente; Jorginho (affiancato quel giorno da David Lopez) cuciva gioco, ma certo non rivestendo il ruolo centrale che ha oggi. Rafael era il titolare tra i pali: Reina, dopo un anno a Napoli, stava tentando l’avventura al Bayern Monaco, ma sarebbe tornato presto. Cerniera difensiva Albiol-Koulibaly, e la cosa fa riflettere: se il Milan, la sua, l’ha rivoluzionata totalmente, il Napoli è cresciuto tenendo fissi gli interpreti e lavorando sui meccanismi, i movimenti, l’intesa.

Fonte: SkySport

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