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Le migliori punizioni di Pirlo

A un certo punto, dal nulla, è arrivata la “maledetta”. Il nome – reso famoso dal telecronista Fabio Caressa – ben si sposa con questo modo di calciare che Pirlo ha fatto suo (mutuando il metodo di un altro grande tiratore di punizioni, Juninho Pernambucano) e che non ha mai più abbandonato del tutto.

Nella sua biografia Pirlo spiega così la “maledetta”: «La palla andava calciata da sotto, usando le prime tre dita del piede. E il piede andava tenuto il più dritto possibile e poi rilasciato con un colpo secco. In quel modo la palla in aria restava ferma e, a un certo punto, scendeva velocemente verso la porta, girando con l’effetto». Insomma dal piede di Pirlo smettono di uscire parabole e iniziano a uscire bisce.

Il periodo di massima efficienza della “maledetta” su punizione è racchiudibile tra il 6 novembre 2005 e il 18 dicembre dello stesso anno, durante il quale segna 4 punizioni-fotocopia contro Udinese, Lecce, Schalke 04 e Messina. Tutte calciate allo stesso modo, tutte con i portieri mandati a raccogliere le farfalle (il più divertente è Storari).

Ho scelto di inserire in questa classifica quella contro il Lecce, un po’ perché si deve scegliere, un po’ perché più delle altre sembra il tratto rapido e preciso di un artista. Il pallone cambia rotazione e traiettoria all’improvviso, piega verso destra come l’acqua di un ruscello costretta a seguire il suo corso spinta da forze inspiegabili. Sicignano neanche ci prova, che ci vuoi provare, e la palla va a infilarsi nell’angolo basso alla sua sinistra. Ed è proprio dove va a finire la sua corsa che rende questa punizione così bella: quante volte in vita vostra avete visto un tiro partire dalla destra del portiere, scavalcare la barriera e poi finire la sua corsa alla sua sinistra, in basso?

Milan-Liverpool, 23 maggio 2007

Fonte: SkySport

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