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Le missioni di Carlo: mentalità, Europa, giocatori

Missione Europa

L’operazione di internazionalizzazione del club, Aurelio De Laurentiis l’aveva in realtà fatta partire nel lontano 2013, quando dopo Walter Mazzarri sulla panchina del San Paolo arrivò Rafa Benitez. Due Liga vinte in Spagna, una Champions nel 2005 contro il Milan, Supercoppa e Mondiale con l’Inter e ben due Europa League. In due parole: profilo internazionale. E non a caso, strizzando l’occhio al club che era sempre stato nel suo destino (ma dove poi fallirà) quell’anno dal Real Madrid arrivano tali Raul Albiol, José Maria Callejon e Gonzalo Higuain. Grandi nomi, spinti da un grande tecnico. Perché questa era la volontà di ADL, affermare la sua squadra, e scrivere il nome della città accanto a quello dei grandi club europei. Napoli come Torino, Madrid, Manchester e Barcellona. La prima missione di Ancelotti sarà allora inevitabilmente questa, che va di pari passo con la competitività in Europa. Uno come lui può infatti fare da effetto domino sul mercato dei giocatori come Rafa a suo tempo con gli spagnoli, e segnare così un ritorno alle origini dopo l’esperienza Sarri. Ex impiegato in banca, innamorato del calcio, in tre anni a Napoli l’allenatore toscano si è dimostrato un maestro del pallone pur interrompendo i piani del suo presidentissimo. De Laurentiis aveva infatti puntato profili più noti in Europa prima dell’ingaggio dell’ex Empoli, come quelli di Emery e di Klopp. Sarri negli anni è stato allora capace di fare bene, benissimo, anche con Hysaj preso direttamente dalla Toscana. Ed è stato uno pronto ad allenare anche i vari Valdifiori, Tonelli, Diawara e Mario Rui. Insomma, l’ex allenatore del Napoli professava il suo calcio anche senza grandi nomi, e senza quei campioni che invece uno come De Laurentiis vuole, e che con Ancelotti torna al suo piano originale. La mentalità vincente è l’ultimo compito nelle mani di Carlo, uno che in carriera ha vinto venti volte. Tra cui tre Champions (la Decima del Real), due Mondiali, e il campionato in ogni nazione. Ed ora è chiamato all’impresa più difficile.

Fonte: SkySport

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