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Calcio, ecco il libro: “Ci vorrebbe un Mondiale”

ROMA – Nell’anno in cui la nazionale italiana di calcio ha fallito clamorosamente la qualificazione ai Mondiali dopo sessant’anni, ecco un libro che, a partire dal titolo, prova a restituire al lettore le emozioni che suscita la Coppa del Mondo di calcio attraverso gli occhi del protagonista.
 
“Ci vorrebbe un Mondiale” non è un testo per soli calciofili con cui ripercorrere le vicende della Nazionale azzurra, bensì un romanzo incentrato sulla vita del protagonista, cadenzata dallo svolgimento dei Mondiali di Calcio dal 1978 al 2014.
 
Come diceva Federico Buffa in apertura di una sua fortunata serie televisiva, “i Mondiali hanno scandito i tempi della nostra vita, e sempre lo faranno”. Ne è convinto anche l’autore, che conduce la narrazione attraverso molteplici strade per legare le vicende del protagonista Pascal a quelle della Nazionale impegnata nel torneo che è massima espressione dello sport più popolare del mondo. In tante partite ad alta tensione si rispecchiano le emozioni di una vita: perché nel grande racconto dei Mondiali non si rintracciano solo i gol di Paolo Rossi, le notti magiche o le urla di Caressa, ma anche tante storie di persone che legano i propri destini con il filo dell’amore.
 
Nel libro si ripercorrono tutte le più emozionanti vicende delle partecipazioni ai Mondiali della Nazionale italiana. A partire dalla Coppa del Mondo disputata in Argentina nel 1978, che l’allora giovanissimo Pascal non può identificare con quella della dittatura del generale Videla, ma semplicemente con il capocannoniere della competizione, il lungo crinito Mario Kempes (che firma la prefazione del libro), primo eroe sportivo che colpisce la sua immaginazione.
 
Ci sono poi i Mondiali di Spagna, caldissimi ed esaltanti, che lasciano una sensazione di gioia assoluta, indimenticabile, indimenticata e forse non più raggiungibile; quelli del 1990, con le loro notti magiche e quelli americani quattro anni più tardi. Sono i Mondiali nei quali Pascal riscopre l’amore: evocativo, appassionato, trasparente, ineluttabile come l’azzurro infinito che dipinge il cielo della California che guarda dall’alto “la massa e il volume immensi e nudi della mia terra d’America”, immagine rubata per l’occasione a Kerouac che ben si presta a raccogliere la delusione e l’impotenza fatale dettate dal rigore mal tirato da Roberto Baggio che costa la finale del 1994.
 
“In questo libro ho cercato di tracciare una linea di connessione tra le emozioni dei Mondiali e quelle della vita di tutti i giorni – afferma l’autore del libro Paolo Valenti – un percorso che va a toccare la sfera affettiva di chi, nella festa collettiva che sono i campionati del mondo di calcio, trova una via per accedere ai propri sentimenti”.

Ad ogni Mondiale, la narrazione scorre nell’intreccio tra vita individuale ed evento collettivo: partite epiche, vissute sul filo del rasoio di risultati non sempre determinati dalle sole forze scese in campo, si alternano a viaggi, maxischermi montati negli uffici e incontri insperati. Dove, alla fine, ciò che resta è la forza che lega tutte queste storie: quella dell’amore, che “Ci vorrebbe un Mondiale” descrive nelle sue diverse declinazioni.
 

Fonte: Repubblica.it

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