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Sampaoli, unico sconfitto in un’Argentina vincente

Ritorno all’antico

Alla fine il famoso 2-3-3-2 non l’abbiamo mai visto: né contro l’Islanda, quando se la giocò con un trio di trequartisti dietro ad Aguero e i due interditori (Mascherano-Biglia) a dare equilibrio e geometria, né contro la Croazia, quando passò alla difesa a 3 con il centrocampo a 4, rimangiandosi tutto. Con il senno di poi, potremmo dire che la prima formazione sarebbe stata pefetta per affrontare i croati mentre con la seconda avrebbe probabilmente domato l’Islanda. Ma proprio per questo si chiama senno di poi.

In ogni caso, segnali chiari di confusione, oltre che di un’identità tattica inesistente, quasi una bestemmia per uno come Sampaoli. Segnali che lo spogliatoio ha interpretato come mancanza di polso, oltre che di idee, dando vita alle voci sul Ct esautorato dai senatori che si sarebbero fatti la formazione da soli. Che l’abbia decisa Sampaoli o che l’abbiano fatta Messi e soci, il risultato contro la Nigeria è stato il terzo XI diverso in tre gare, diverso sia negli uomini che nel modulo. E comunque, ancora una volta, non il 2-3-3-2. Per la partita più importante Sampaoli (o chi per esso) è davvero tornato all’antico, se essere antichi significa schierare qualcosa di molto simile al caro vecchio 4-4-2 (che non tradisce mai quando il nemico numero uno è la confusione) ma anche ridare un posto ai “vecchi” Banega e Di Maria, esclusi eccellenti contro la Croazia e vicini al momento dell’inno contro la Nigeria: ripescati nel momento del bisogno, non hanno tradito l’Argentina, facendo un regalo anche al Ct.

Fonte: Sky

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