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Francia-Croazia, le chiavi tattiche della finale

Quale centrocampo per la Croazia?

Lo stile di gioco con cui la Croazia è arrivata fino alla finale è quello di una squadra che dà il meglio quando può essere verticale, percorrendo le fasce per raggiungere l’area di rigore nel minor tempo possibile, mantenendo alta la pressione sugli avversari attraverso il proprio strapotere atletico (di Mandzukic, Perisic e Rebic). Ma, forse, proprio in considerazione di quanto detto sopra, alla Croazia non conviene imporre un contesto di gioco dall’alto ritmo fin da subito.

Una partita di transizioni rischierebbe di sfiancherla, e soprattutto esalterebbe la capacità in transizione offensiva di una squadra che con due scambi in velocità tra Pogba e Griezmann può raggiungere il giocatore più pericoloso del Mondiale: Mbappé. La Croazia dovrà cercare, quindi, di imporre il proprio contesto vincendo la battaglia a centrocampo. Dalic finora ha scelto 2 tipi di centrocampo: quello con Brozovic vertice basso di un triangolo con Rakitic e Modric non in linea; quello con Rakitic e Modric alla base di un triangolo con Kramaric trequartista (dietro Mandzukic). Questa è anche l’unica vera incognita tattica della partita.

Evidentemente, la prima versione aiuta maggiormente a controllare i ritmi della partita perché permette di avvicinare Rakitic e Modric alla zona di rifinitura, con dietro un distributore come Brozovic. Così la palla non deve essere mandata immediatamente sulle fasce, ma può passare da una zona all’altra del campo al ritmo che le danno le due stelle indiscusse della squadra. Con il trequartista in campo, invece, le due stelle si occupano di far uscire la palla dalla difesa e di lanciare sull’esterno una volta trovato il tracciante giusto.

Con Brozovic davanti alla difesa la Croazia potrebbe controllare meglio i tempi di gioco, e considerando anche il lavoro sfiancante di Matuidi e Pogba a sostegno dei terzini Hernandez e Pavard, quando la Francia deve difendere contro due esterni atleticamente superiori (come nel caso della Croazia), l’idea di attaccare cambiando con calma gioco potrebbe rivelarsi decisiva.  

D’altra parte, Deschamps accetterebbe volentieri un contesto in cui è la Croazia a fare la partita. Perché la Francia in tutto il Mondiale ha galleggiato nel contesto imposto dall’avversario, occupandosi di difendere posizionalmente per poi ripartire. Una squadra che pensa esclusivamente a non commettere errori, a mantenere la propria capacità di rimanere sempre in partita aspettando l’occasione giusta. La Francia è una squadra reattiva in modo sfacciato, che non ha mai voluto prendere in mano una partita, neanche quando era nelle sue possibilità (con l’Argentina, ad esempio, dove a forza di abbassarsi ha subito 3 gol). 

Chi segna per primo… controlla la partita

Conterà molto chi riuscirà a segnare il primo gol avrebbe un vantaggio enorme. La Francia con un gol di vantaggio si è dimostrata imbattibile, anche senza mai controllare la gara si è visto come abbia le armi per sfruttare la foga dell’avversario, sfruttandone la spinta per avere una reazione almeno uguale e contraria, come un judoka.

Con una protezione dell’area piccola affidata alla coppia Varane-Umtiti (per ora solida, anche se si tratta di giocatori maggiormente a proprio agio difendendo lontano dalla propria porta) e la dinamicità inesauribile di Kanté e Matuidi, l’intelligenza di Pogba e Griezmann, il costante riferimento offerto da Giroud e la velocità di Mbappé, la Francia è praticamente una catapulta in grado di caricarsi mentre gli avversari pensano di avere l’inerzia della gara a proprio favore, e scattare al momento giusto.

La Croazia ha sempre dimostrato una forza mentale incredibile , che le ha permesso di alzare il proprio livello proprio in situazioni di svantaggio (è andata sempre sotto dagli ottavi in poi) e in questo senso potremmo pensare di avere una finale aperta anche se la Francia passasse in vantaggio. Al contrario, invece, la Francia non è mai stata in svantaggio nella fase ad eliminazione diretta e non ha mai trovato un avversario che la mettesse veramente alle corde. Se la squadra di Dalic riuscisse a metterla in una situazione inedita di questo tipo, la Francia dovrebbe provare ad assumere per la prima volta l’iniziativa di una partita (e improvvisarsi squadra proattiva in finale non è il massimo).

Rischierebbero di saltare i bilanciamenti trovati da Deschamps nel corso del torneo, e solo due giocatori sembrano in grado di poter fare una partita del genere: Pogba e Griezmann. I due componenti della colonna vertebrale della squadra (con Varane dietro) sono gli unici in grado di dare razionalità alla manovra quando la Francia deve assumere fasi di possesso continuato per assestarsi sulla trequarti avversaria, e sono gli unici con le letture offensive in grado di comprendere anche le necessità dei compagni. Sono loro i due giocatori in grado di dare senso a giocatori “di sistema” come Matuidi e Giroud, che non sappiamo come reagirebbero ad un contesto diverso dal solito.

Sappiamo che Mbappé ha il talento per spaccare una partita anche in situazioni statiche, ma la sua efficacia verrebbe messa a dura prova in assenza di spazi, contro una Croazia chiusa a difendere il risultato.

Il primo che segna decide il contesto e la Francia deve stare attenta a non commettere distrazioni per non ritrovarsi a giocare una partita diversa da quella preparata – dall’unica che sa fare, cioè. La squadra di Deschamps sembra superiore a quella di Dalic, ma i favori dei pronostici fanno presto a svanire nel nulla di fronte all’evidenza della partita. Come sempre, sarà il campo ad avere l’ultima parola.

Fonte: SkySport

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