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Bari, ecco De Laurentiis: “Qui per tornare in A”

Il nuovo Bari è di Aurelio De Laurentiis, è ufficiale. Il sindaco della città Antonio Decaro l’ha annunciato martedì davanti ai cronisti in sala stampa, ora tocca alla presentazione. De Laurentiis si presenta nella sala consiliare da nuovo patron, accompagnato dall’avvocato Grassani e da Guido Baldari, ufficio stampa del Napoli. Prime strette di mano, poi l’annuncio di Decaro: “Presidente, le consegno ufficialmente il titolo sportivo del Bari”. Queste le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis, apparso ambizioso e determinato.

“Vogliamo una rapida cavalcata verso la A”

“Il Bari ha una storia di 110 anni, ci sono state stagioni belle e altre meno in questi anni. Ora voglio una cavalcata per tornare in A, e anche lavorare sulle regole che non permettono di avere due squadre in A con la stessa proprietà. Vogliamo un cambiamento epocale”. Sul cammino con gli azzurri: “Il Napoli era fallito, non esisteva più. Mi venne consegnato un pezzo di carta nel 2004 e iniziai dalla C, una realtà che mi ha insegnato molto. Poi la B e la cavalcata fino alla Serie A, siamo stati per 9 anni di fila in Europa. Gli olandesi, inoltre, hanno scelto il Napoli come il club più cresciuto al mondo negli ultimi dieci anni”. Poi un retroscena sulla chiamata del sindaco di Bari: “Quando mi hanno informato del Bari ero in ritiro a Dimaro. Decaro mi ha chiamato ma non abbiamo avuto un rapporto facile. Ho detto che era inadeguato. Poi ho provato a chiamarlo per ore senza ricevere risposta. Dopo ci siamo parlati, ci siamo riappacificati e ho detto che non posso fare una commistione tra Napoli e Bari, ovviamente. Il Bari ha la sua storia, rappresenta un territorio che ho sempre amato. Mente Napoli ha un’altra storia e rappresenta un’altra terra che amo”.

“Galli responsabile del settore giovanile”

De Laurentiis ha fatto i primi nomi per la ricostruzione della società: “Ho iniziato a parlare con Giuntoli stamattina alle 6.45 e ho già trovato il nome per il responsabile del vivaio, sarà Filippo Galli (ex Milan). Ci metteremo tutta la nostra cultura cquisita, ma Napoli e Bari sono due situazioni diverse. Da rispettare e non da unire. Quando ho pensato al Bari, visto che sono stato sempre un sostenitore del sud, ho pensato che al sud non c’è impresa. Manca la cultura politica. Ad esempio, il Trentino negli anni ’30 era una delle regioni più depresse d’Europa. Ho sempre detto che qui c’è potenziale, bisogna sfruttarlo”. Poi ha rassicurato i tifosi del Bari: “Questa società non sarà mai un’appendice del Napoli, tant’è che ho convinto in due giorni mio figlio Luigi a interessarsi di calcio, e non si era mai interessato. La famiglia De Laurentiis ci mette la faccia, non so quante cordate interessate l’hanno fatto”. Progetto triennale: “Credo molto in me stesso e non parlo mai di budget. Se c’è necessità, il budget può sempre essere aumentato ovviamente. Da Napoli mi hanno fatto i complimenti, il cellulare è scoppiato ed è andato in tilt. Non sono mai andato fuori budget”.

“Il mio Bari come il Gladiatore, scatenate l’inferno”

Parallelismo cinematografico per De Laurentiis: “Un titolo per questo film? ‘Che ne sarà di noi’, che parla dei giovani e della maturità per affrontare la vita. Oppure ricordo ‘Il Gladiatore’, può essere un altro esempio. Al mio segnale, scatenate l’inferno. I colori del nuovo Bari saranno il bianco e il rosso, quelli delle crociate e della lotta. Bisogna lavorare per riportare il Bari in Serie A, ma non secondo le solite regole, bisogna cercare di rivoluzionarle”. Edy Reja nuovo allenatore del Bari? Vero e falso. Gli avevo chiesto di darmi una mano con il settore giovanile del Napoli, ora gli ho chiesto se era disposto ad allenare il Bari in D, ci risentiremo. In ogni caso, comunque, ho già delle alternative”.

“Contrario alle seconde squadre”

Un commento sulla formazione B: “Sono contrario, è una scelta che serve solo alla Juve per piazzare i giocatori. Creare la formazione Under 23 sarebbe più utile, io avrei potuto far giocare Rog e Diawara. Aboliamo la Primavera, tra l’altro il Napoli sarebbe retrocesso se non fosse stato per lo spostamento di Ounas. Se ho trenta calciatori, alcuni di questi potrebbero essere spostati nell’U23”. Sul campionato scorso: “Se penso alla passata stagione mi tornano i malumori. Non si sarebbero svalutati, chi non gioca cala di capacità psicologica e anche di reattività perché può sentirsi inadeguato. Bisogna tirare fuori il calcio dalle mani dei politici. Per me la C è una categoria che potrebbe non esistere, lì si formano le caste”.

Fonte: SkySport

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