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Real Madrid-Roma, le chiavi della sfida

Ovviamente la Roma dovrà stare attenta anche su palla inattiva a Sergio Ramos, che continua a segnare praticamente come un attaccante.

Per provare una strategia così aggressiva, però, la squadra di Di Francesco dovrà mantenersi sempre molto compatta, con la linea difensiva alta sul campo: se lascerà spazio tra le linee, la Roma subirà continuamente le ricezioni di Isco e Modric ai lati di De Rossi, rendendo completamente vano lo sforzo della pressione avanzata. Il tridente Asensio-Benzema-Bale, in questo senso, è quello più ostico perché si muove continuamente, privando la difesa di punti di riferimento. Si tratta di una situazione tattica che la Roma soffre moltissimo (come evidenziato dalle ricezioni di Birsa nella partita contro il Chievo) sin dall’anno scorso, e per questo l’allenatore abbruzzese potrebbe provare un doble pivote spurio, con Nzonzi schierato formalmente da mezzala ma che in difesa posizionale si allinea a De Rossi per permettere una copertura maggiore degli spazi in orizzontale.

Nonostante la cessione di CR7, è ancora estremamente difficile difendere contro il Real: in particolare è molto complicato pressare alto una squadra con uno dei migliori lanciatori in verticale, terzini altissimi, attaccanti veloci nello spazio. Bisogna difendere ampiezza e profondità allo stesso tempo, e per questo la linea difensiva dovrà essere perfetta nella sincronizzazione dei movimenti.

Senza CR7, il Real ha perso volume di tiro (da solo, il portoghese rappresentava quasi il 40% dei tiri verso la porta) e meccanismi automatici di attacco all’area: il tridente provato finora ha la naturale tendenza a cercare il pallone, privando a volte la manovra dei necessari sbocchi offensivi, soprattutto in attacchi posizionali. Con Asensio in panchina, Benzema e Bale potrebbero mettere in mostra la loro affinità, che si sta costruendo in questo primo scorcio di Liga: in particolare i movimenti da doppia punta, con il francese ad abbassarsi e il gallese ad attaccare la profondità.

In queste prime partite stagionali, solo due squadre hanno messo in grande difficoltà la gestione del pallone del Real (e di conseguenza tutta la partita): l’Atlético Madrid di Simeone, con le sue linee compattissime e il suo calcio verticale; e l’Athletic Bilbao del “Toto” Berizzo, con la sua pressione asfissiante e le transizioni rapide. Per contrastare il dominio del pallone dei merengues, insomma, serve una squadra che sappia muoversi all’unisono.

… e con il pallone

La gestione del pallone è sempre connessa alle fasi senza palla: riuscire a recuperare spesso il possesso sulla trequarti avversaria significherebbe poter attaccare un avversario momentaneamente disorganizzato, con i terzini in particolare molto alti.

Il nuovo Real sta provando a ridurre le fasi di difesa posizionale per aggredire più in alto e subito dopo la perdita del pallone: è anche per questo che schierare contemporaneamente De Rossi e Nzonzi potrebbe aiutare l’uscita del pallone dei giallorossi. I meccanismi di pressione di Lopetegui non sono stati ancora ben elaborati dalla squadra, e i giallorossi dovranno sfruttare questa piccola falla per provare a fare male agli avversari.

Per ora, le squadre che hanno dato fastidio alla fase difensiva del Real sono andate molto in verticale – uno dei principi fondanti del sistema di Di Francesco. Per questo sarà decisiva la qualità della partita di Dzeko: sia per la ricezione del gioco diretto, sia per la capacità di fare da boa e vincere i duelli che presumibilmente dovrà affrontare con Casemiro e Sergio Ramos. Più che attaccare la profondità, Dzeko potrebbe fare da abilitatore del gioco offensivo, tirando fuori uno dei centrali del Real, creando spazio per i tagli delle ali (in particolare Ünder) o anche di un centrocampista incursore (Cristante – come nel gol contro il Chievo).

La grande mobilità del centravanti bosniaco potrebbe essere preziosa anche per creare zone di superiorità numerica dove il Real soffre di più, cioè nello spazio alle spalle di Marcelo. In quella posizione, Dzeko potrebbe approfittare di un grande mismatch fisico con il brasiliano e delle sue distrazioni per servire gli inserimenti in fascia. Uno dei percorsi più utilizzati dagli avversari dei madrileni è proprio quello di attaccare con sovrapposizioni sulla fascia di Marcelo: così sono nati i gol del Girona e dell’Athletic. In questo senso, l’interpretazione del ruolo di Florenzi potrebbe essere decisiva per le capacità della Roma di creare occasioni dalla destra.

La presenza di Casemiro rende il Real molto più stabile, mantenendo un’ancora per le transizioni difensive, a volte mal eseguite. Inoltre, rimane il fatto che Sergio Ramos e Varane costituiscono la coppia migliore al mondo nella copertura di spazi ampi, e per attaccare in transizione è sempre meglio passare dagli esterni per sfruttare il buco lasciato dai terzini. Per questo a partita in corso anche Kluivert, forse il più rapido tra i giallorossi nella conduzione palla al piede, potrebbe essere uno strumento efficace.

Fonte: Sky

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