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Lazio-Fiorentina, le chiavi tattiche della sfida

Il brutto momento della Lazio

Le due pesanti sconfitte nel derby e in Europa League contro l’Eintracht Francoforte hanno posto nuovi dubbi sull’inizio di stagione della Lazio, che aveva esordito in campionato perdendo le prime due partite contro il Napoli e contro la Juventus, ma che poi era riuscita a infilare una striscia di cinque vittorie consecutive (interrotta appunto dalla sconfitta nel derby).

La sfida contro l’Eintracht Francoforte non ha mostrato quella reazione attesa da Simone Inzaghi, ma ha anzi evidenziato le difficoltà che stanno impedendo alla Lazio di esprimersi ai livelli della scorsa stagione. I biancocelesti hanno finito la partita addirittura in 9, per le espulsioni di Basta e Correa, e Simone Inzaghi ha sottolineato soprattutto un problema di attenzione: «Va allenata quotidianamente, anche questa volta abbiamo sbagliato delle scelte, e le scelte fanno parte della concentrazione».

Non è solo la poca lucidità a incidere sul momento negativo della Lazio. Vanno considerate anche le cattive condizioni di forma di alcuni giocatori chiave (Leiva, Luis Alberto e Milinkovic-Savic) e problemi di gioco più strutturali. In questo senso la partita contro la Fiorentina dovrà già fornire delle risposte, per il valore e i quesiti tattici posti dalla squadra di Stefano Pioli: i viola sono davanti in classifica di un punto e per la Lazio è importante dimostrare di saper gestire gli scontri diretti meglio di quanto ha fatto finora.

Nelle scorse stagioni Simone Inzaghi si era dimostrato particolarmente abile a maneggiare il materiale a disposizione: due anni fa aveva costruito una squadra molto verticale che si appoggiava alle conduzioni di Keita e di Felipe Anderson e agli strappi in profondità di Immobile; l’anno scorso, pur senza tradire l’identità verticale, aveva reso più palleggiata la manovra inserendo Luis Alberto e costruendo a sinistra una zona privilegiata in cui far avanzare l’azione, grazie agli scambi di posizione e alle qualità del trequartista spagnolo e di Milinkovic-Savic. L’elettricità di Immobile si era incastrata alla perfezione con le abilità dei due rifinitori, tanto da garantire alla Lazio il miglior attacco del campionato, con 89 gol.

Quest’anno però il gioco biancoceleste non sembra essersi evoluto e mostra una rigidità sorprendente, se si pensa che proprio la flessibilità e la capacità di adattamento sono tra le caratteristiche più riconoscibili di Simone Inzaghi. Il gruppo dei titolari è praticamente lo stesso dello scorso anno – l’unica novità è Acerbi al posto di de Vrij al centro della difesa – e anche i problemi non sembrano essere cambiati.

La Lazio continua a subire molto e a faticare contro squadre che non concedono spazi alla sua manovra verticale, e oltretutto Simone Inzaghi non sembra orientato a trovare alternative inserendo con più regolarità i nuovi acquisti (soprattutto Correa e Badelj). La Roma ha vinto il derby aspettando appunto i biancocelesti e costringendoli a giocare una partita di possesso che non è nelle loro corde.

Fonte: SkySport

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