CALCIO ESTERO

Defoe, tatuaggio per ricordare il piccolo Bradley

Poi i due si sono rivisti. Spesso, anzi, quasi sempre. Quando Bradley era in forze e poteva scendere in campo mano nella mano con Jermain, che nel frattempo in partita segnava e regalava sempre un pensiero speciale dopo ogni rete al grande amico. A dicembre contro il Chelsea nel riscaldamento in campo c’è anche Brads: scarpette dell’Adidas, calzamaglia nera e guantini rossi, perché in Inghilterra, si sa, fa sempre freddo. A fine partita la foto con tutti i Blues che a stagione conclusa vinceranno il campionato. Prima i palleggi col burbero Diego Costa, uno che in campo lotta e attacca brighe praticamente con chiunque ma che poi ha un cuore grande così. Lo spagnolo gioca con lui e poi gli sistema il pallone fermo in area per un calcio di rigore. Begovic, tra i pali, si butta dalla parte opposta e tutto lo stadio esplode: “Gol! Gol!” – Bradley ha segnato. E qualche giorno dopo la Premier League eleggerà la sua rete come la più bella del mese di dicembre, come si fa coi grandi fuoriclasse. Perché Brads è diventato, e per sempre sarà, proprio quello: un fenomeno, del sorriso e di resilienza, come quando un paio di mesi dopo è Defoe a fargli visita, in ospedale. “Quel giorno entrai nella sua stanza e lui mi saltò al collo, dicendomi: ‘Su, entra nel letto con me’. Allora mi ha coperto e poi ha chiesto a sua mamma: ‘Non è che potresti spegnere le luci? Grazie’ ”. Perché l’amicizia, quella vera, è anche una cosa scontata. E naturale. Defoe? “Dite a Moyes che domani mattina all’allenamento non vengo, sto qui col mio amico”. Quella notte e per sempre.

Fonte: Sky

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