CALCIO ESTERO

Tottenham-Inter, le chiavi tattiche

Contro il Tottenham, Jorginho ha giocato la sua peggiore partita da quando è al Chelsea, con i dati più bassi della stagione sia nei passaggi completati (43) che nella precisione (82,7%). Un indizio molto chiaro di quanto sia stata efficace la pressione degli “Spurs”.

A fine partita Sarri ha ammesso che la sua squadra è stata travolta e ha dato un consiglio all’Inter: «Spero riesca a contenerli nella prima mezz’ora, in cui sono estremamente pericolosi. Un’altra cosa da evitare è la perdita della palla nella propria metà campo, perché in ripartenza il Tottenham è una delle squadre più forti d’Europa».

Di recente i nerazzurri hanno affrontato un’altra squadra capace di momenti di pressione furiosa, che fa dell’aggressività uno dei suoi punti di forza: l’Atalanta, ed è andata piuttosto male, vista la sconfitta per 4-1. Il Tottenham non è comunque soltanto una squadra aggressiva e molto pericolosa in ripartenza. I brillanti meccanismi di pressing e riaggressione a palla persa, per interrompere sul nascere le ripartenze avversarie, sono inseriti in un gioco molto organizzato, capace di adattarsi ai diversi contesti tattici che ogni partita propone.

Contro il Chelsea, gli “Spurs” hanno rinunciato al possesso, fermo al 40% a dispetto di una media del 55% in Premier, ma hanno sovrastato gli avversari con la fisicità e la pericolosità in spazi ampi dei tre giocatori offensivi. In una partita in cui recuperare palla e attaccare la porta nel minor tempo possibile ha contato più delle qualità in palleggio, Moussa Sissoko, schierato da mezzala destra, è stato dominante: nessun tackle o duello aereo perso e 10 recuperi, tra cui quello che ha avviato l’azione che ha portato al gol di Kane.

Anche Son è stato letteralmente imprendibile, e non solo nella splendida giocata personale con cui ha segnato il 3-0, bruciando Jorginho e saltando David Luiz prima di infilare la palla all’angolino col sinistro a pochi passi da Kepa. Se in fase difensiva le posizioni di Alli, Son e Kane erano definite, con il primo che da trequartista si occupava di Jorginho e gli altri due che invece pressavano i difensori centrali, una volta recuperata la palla il tridente offensivo si muoveva in modo fluido per garantire un appoggio al compagno in possesso e allo stesso tempo dare profondità, abbassando la difesa del Chelsea.

Non è infatti toccato sempre al trequartista Alli muoversi incontro al centrocampo, anzi con i suoi movimenti in verticale ha spesso impegnato la linea difensiva dei “Blues”, creando così spazi per i compagni sulla trequarti. Kane si è mosso di frequente tra le linee in orizzontale, come in occasione del gol, e Son era bravissimo a ricevere il primo passaggio dopo che era stata recuperata la palla e poi a scattare in avanti tagliando tra terzino e centrale. Il mix di movimenti, tecnica e velocità, a cui ha contribuito in modo decisivo anche l’abilità di Eriksen come playmaker (7 occasioni create, record stagionale in Premier) ha travolto il Chelsea, mai così in difficoltà in questa stagione.   

Fonte: Sky

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