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Gli interventi di Ivan Zazzaroni, Alessandro Renica e Giorgio Martino a Radio Marte

A Marte Sport Live su Radio Marte è intervenuto Ivan Zazzaroni “Napoli-Juventus è Napoli-Juventus: è la partita che ha sempre lo stesso valore. Non si guarda la classifica, saranno 90 minuti di tradizione, come il derby Milan-Inter. Napoli-Juve è una sorta di derby.

Diventa prelibata più avanti la l’Europa League: non è un turno in più o in meno a fare la differenza. Ora però bisogna restare concentrati sulla sfida contro la Juventus e poi si penserà al Salisburgo. Ancelotti ha vinto in tutto il mondo, Allegri solo in Italia: è una bella sfida tra i due, tra i due mister più pagati. Carlo Ancelotti lo conosco da tanti anni, è più solare, più aperto: Carlo è Carlo”.

A Marte Sport Live su Radio Marte è intervenuto Alessandro Renica

“Quel goal contro la Juventus nell’89 mai lo dimenticherò. 30 anni dopo si può ripetere la storia: se ti concentri solo su una competizione, a volte le gare le senti di più. Ancelotti deve essere bravo a fare lo psicologo della squadra. La comunicazione verbale sarà fondamentale. Martino ha emozionato tutti, l’unico che ha raccontato le nostre gesta: ha una voce fantastica. Quel goal contro la Juventus mi ha emozionato molto, l’ho visto tante volte, mi fa piacere che la gente lo ricordi. Baratterei soldi per rivivere quelle emozioni: le soddisfazioni si ottengono emozionandosi. Sarebbe giusto che qualche presidente si facesse trascinare da queste emozioni: alcune di queste restano per sempre negli annali. Ho avuto la fortuna di vincere tanto, avrei voluto vincere di più, ma non ci siamo riusciti forse per la posizione geografica o per altre difficoltà che si vivono e vedono ancora adesso. Il nostro gruppo era davvero forte: abbiamo aperto un bel ciclo”.

A Marte Sport Live su Radio Marte è intervenuto Giorgio Martino, Rai

“La postazione dei telecronisti, tempo fa, erano davvero avventurose, ho fatto più di 5mila telecronache, ma la gara al San Paolo di Coppa contro la Juventus fu veramente incredibile. Fumogeni, gente che esplodeva di felicità: mancavano meno di 60secondi ai rigori, ma il Napoli agguantò la semifinale. I tifosi mi urlavano nel microfono, a quell’epoca le postazioni erano tra la gente pagante. Non c’era una recisione, c’era solo un monitor ed un tecnico. Non avevamo neanche la cuffia: era una maniera “casareccia” di fare le cose rispetto alla tecnologia di oggi. Ciò che volevo fare era quello di emozionare la gente che ascoltava la mia telecronaca: aver compartecipato a questo è stato bellissimo”.

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