LE PAGELLE – Attacco sprecone, difesa poco solida, Ancelotti deleterio

Ennesima prestazione deludente di una delle stagioni più brutte della storia recente del Napoli. Qualcuno prova ancora a difendere l’operato di un Ancelotti che in pochi si aspettavano tanto deludente, cercando di definire positiva una stagione che ha fallito tutti gli obiettivi, con la squadra che ha proposto un gioco brutto e inconsistente, che è andato peggiorando nel corso dell’annata.
La prima parte della gara di oggi aveva dato l’illusione che gli azzurri, liberi dalle pressioni delle gare importanti, avessero trovato quella brillantezza che manca da tanto (troppo) tempo. Ma è bastato l’ingresso di Ilicic ed il cambio di marcia dell’Atalanta per mettere a nudo tutti i limiti della squadra e del suo allenatore che, tra arditi esperimenti tattici (Callejòn interno di centrocampo), sostituzioni insensate (quella di Mertens migliore tra gli azzurri), ed esclusioni eccellenti (Insigne tenuto in panchina fino alla fine, al quale vengono preferiti Younes e l’improponibile Verdi), dimostra sempre più di non avere le idee chiare su come risolvere i problemi della sua squadra.
Queste le pagelle dell’incontro:

OSPINA 5.5 – Avventuroso e poco convenzionale nei suoi interventi. A volte gli va bene, altre volte rischia la figuraccia.

MALCUIT 5.5 – Gioca quasi tutto il tempo da quinto di centrocampo a destra, proponendosi in qualche interessante inserimento ma, al di là delle buone sovrapposizioni in velocità, mostra di avere molti limiti, soprattutto difensivamente.

CHIRICHES S.V. – Fa più notizia quando è a disposizione che quando è infortunato. Speriamo che il problema alla spalla sia di lieve entità, ma per il futuro sarebbe meglio dotarsi di un elemento meno affezionato all’infermeria.

(LUPERTO 5.5 – Spera sempre che Zapata si aggiri dalle parti del suo compagno di reparto, perché fisicamente non lo reggerebbe. Non commette gravi errori, ma contribuisce a quella sensazione di complessiva insicurezza che attraversa tutto il reparto difensivo azzurro, al di là di Koulibaly).

KOULIBALY 6 – Tiene da solo in piedi una difesa sempre in bilico. Evidentemente, nell’ultimo periodo, la sua bravura non basta.

HYSAJ 5.5 – Bloccato dietro, a fare praticamente da terzo centrale a sinistra, sembra inizialmente trovarsi bene. Cala però, nel corso del match, perdendo sicurezza e lucidità negli interventi.

CALLEJON 5.5 – Ancelotti lo prova, in fase d’attacco, da interno di centrocampo. Purtroppo, dimostra di non avere il fisico o le caratteristiche tecniche adatte per agire in quella zona di campo, nonostante impegno e generosità.

ALLAN 6 – Nella prima parte di gara sembra tornato a buoni livelli di rendimento, mettendo rinnovata tenacia ed aggressività a servizio della squadra. Come tutti i suoi compagni, però, cala nella seconda fase del match, quando l’Atalanta cambia marcia.

FABIAN 5.5 – Troppo lento e poco concreto in molte circostanze. La sua eleganza spesso ruba l’occhio ed esalta i tifosi, ma nell’economia della squadra, il più delle volte, non basta.

ZIELINSKI 5.5 – Prestazione difficile da giudicare la sua. Palla al piede fa belle giocate, ma senza palla appare spesso distratto e poco reattivo nel far i movimenti giusti o anche giocate decisive.

(VERDI S.V. – Ingresso in campo incolore, come tutta la sua stagione).

MERTENS 6.5 – Di gran lunga il migliore degli azzurri, rivitalizzato dallo spostamento sulla sinistra dell’attacco. Ma anche la sua prova ha evidenti pecche. Sbaglia infatti tanti gol sotto porta e quasi tutte le giocate decisive. Ciononostante, la sua sostituzione è stata incomprensibile.

(YOUNES 5.5 – Incomprensibile il suo ingresso al posto di Mertens. Incide poco e male sulla gara).

MILIK 5.5 – Si muove meglio del solito e dialoga meglio con i compagni, anche perché con Mertens ha un feeling diverso rispetto a quello cattivo che ha con Insigne. Però sbaglia anche lui troppo, come spesso gli capita. Perde in maniera impietosa il confronto a distanza con Duvàn Zapata.

ANCELOTTI 4.5 – Prova a rinnovare il suo Napoli, mettendo Callejòn più interno di centrocampo, cercando di sfruttare le discese di Malcuit, tenendo bloccato dietro Hysaj sul centrosinistra, e riportando Mertens sul settore sinistro dell’attacco. Il suo piano di gioco dà frutti per un tempo soltanto, poi l’Atalanta cambia ritmo e riemergono tutti i limiti della squadra. Propizia il disastroso finale con sostituzioni incomprensibili e mette, probabilmente, la parola fine sulla storia d’amore tra Insigne e il Napoli.

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