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Gli interventi di Stefano Borghi, Antonio Corbo e Franco Colomba a Radio Marte

A Radio Marte, nel corso di ‘Marte Sport Live’, è intervenuto Stefano Borghi, giornalista

“La Premier League comanda, dopo anni di dittatura del calcio spagnolo, gli inglesi hanno rialzato la testa. I motivi sono tanti: la ricchezza del campionato inglese, che altri non hanno ancora, ma anche l’intensità, il fatto di non mollare mai. Il Tottenham è l’unica squadra in Europa a non aver fatto mercato, la squadra è stata costruita e diretta molto bene. L’Italia era il miglior campionato migliore al mondo ad inizi anni ’90, le nostre istituzioni non hanno sfruttato il momento e soprattutto la possibilità di ospitare il Mondiale. La Premier ‘nasce’ dall’anno successivo, nel ’91. È questione di mentalità, abitudine e organizzazione del lavoro. Quest’anno la Premier si è anche internazionalizzato, gli allenatori delle big sono stranieri: bravi i club a capitalizzare le capacità del continente europeo e mondiale, perché Pochettino è argentino. L’Italia è pigra da questo punto di vista, l’apertura culturale e la globalizzazione del calcio sono fattori improtanti. In Inghilterra inoltre hanno capito di dover formare gli istruttori, prima che i giocatori: l’esempio è il Ct della Nazionale e i risultati di tutte le Nazionali, dalla maggiore alle giovanili, sono la conseguenza. Trippier? Ha qualità, i terzini di qualità ti fanno arrivare avanti in Europa. Negli aspetti difensivi ogni tanto è fallace”.

A Radio Marte, nel corso di ‘Marte Sport Live’, è intervenuto Antonio Corbo, giornalista

“Tottenham-Liverpool? Già l’Ajax insegna qualcosa al calcio italiano: non dobbiamo più parlare di fatturato, ma di preparazione atletica. Le quattro squadre semifinaliste in Champions hanno corso senza sosta fino all’ultimo minuto. I calciatori vanno allenati e migliorati per portare certi traguardi. Allegri ha sempre detto che per divertirsi bisogna andare al circo, riferendosi al gioco di Sarri, e che per vincere bisogna segnare: è un pensiero che va rispettato. Marotta aveva capito subito che Cristiano Ronaldo era un colpo appariscente per puntare alla Champions, ma bisognava migliorare il centrocampo.

Napoli alla pari del Liverpool? Si, ma per un periodo limitato, ad inizio stagione, quando tutte le squadre sono al massimo: gli azzurri dopo hanno mollato, così come la Juve quando lo scudetto era archiviato. Entrambe lo hanno poi pagato in Europa, le fibrillazioni di Allan e l’addio di Hamsik hanno fatto il resto. Serve investire sui tecnici, a partire dal settore giovanile per formare i giovani calciatori. De Laurentiis ha la cultura dell’imprenditore del cinema: prende i soldi, gira il film e riscuote l’incasso, quello che avanza è suo. In questa logica non c’è spazio per investimenti, in 15 anni ha fatto coincidere i suoi interessi coi risultati.

Rinnovo Insigne? Sono scettico. La stagione di Insigne è deludente, ha 28 anni e il contratto scade nel 2022: può mai chiedere di negoziare il contratto dopo quest’anno?

Ilicic? Mi piacciono calciatori veloci che fanno il passaggio migliore”.

A Radio Marte, nel corso di ‘Marte Sport Live’, è intervenuto Franco Colomba, allenatore

“La Premier ha colmato il gap con diversi campionati europei, il pubblico è esemplare: in Italia si fischia dopo una sconfitta. Gli inglesi hanno cultura e soldi, in Serie A soltanto Gasperini sembra attuare metodi inglesi, con l’Atalanta che è una squadra molto aggressiva. Ancelotti? Manca il registra, la partenza di Jorginho ha quasi costretto Ancelotti ad adattarsi, non essendo Diawara un regista puro. Insigne? Sulla sinistra si trova bene, ma ha bisogno dei tagli di Callejon e di altri calciatori, non ha la gamba per fare tutta la fascia. Seconda punta non è una cattiva soluzione”.

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