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Perché Gattuso ha fatto bene

Gattuso ha fatto un ottimo lavoro. Affermare questo, a pochissima distanza da quella che è stata una partita che ha lasciato un amarissimo sapore in bocca a tutto il tifo partenopeo può sembrare strano e distante dalla realtà, ma se si va a guardare e analizzare in maniera approfondita il cammino realizzato dal tecnico calabrese nel suo anno e mezzo sulla panchina azzurra si può capire come il lavoro svolto da Gattuso sia stato comunque considerevole e in ogni caso migliore rispetto al modo con cui viene dipinto.

Le quote sulle scommesse di quest’estate sono piuttosto indaffarate in mezzo a questo grande valzer di allenatori in cui è immerso il calcio italiano. Il Napoli, come tantissime altre squadre, è stato coinvolto in questi grandi cambiamenti, ventilati da diverso tempo: il presidente Aurelio De Laurentiis aveva già deciso da mesi di sollevare Gattuso dall’incarico dopo i tanti dissapori occorsi tra i due fin dall’inizio della stagione, da quella sfida di andata contro la Juventus delittuosamente rinviata per un comportamento più che discutibile.

La scelta di sostituire Gattuso può essere motivata dunque da pareri personali, ma non può essere motivata da quello che ha detto il campo in questo anno e mezzo di lavoro del tecnico calabrese. Certo, la mancata qualificazione in Champions League resta una pietra molto pesante sullo sguardo complessivo del lavoro dell’ex-capitano rossonero: la squadra era stata capace di risalire gradualmente la china nel girone di ritorno, conquistandosi il diritto di poter decidere da sola il proprio destino all’ultima giornata contro il Verona. E invece è arrivato un amaro pareggio, dopo novanta minuti in cui il Napoli si è dimostrato impaurito e senza personalità.

La squadra è però comunque arrivata all’ultima giornata potendosi qualificare alla Champions League del prossimo anno grazie all’ottimo lavoro svolto dal tecnico una volta che ha avuto a disposizione tutti gli effettivi. Il leitmotiv della stagione sono stati infatti i numerosi infortuni occorsi alla squadra partenopea: Koulibaly, Fabian Ruiz, Demme, Zielinski, Mertens, Manolas e Lozano sono stati assenti per diversi mesi, e basta leggere questi nomi per capire le condizioni avverse in cui ha dovuto lavorare Gattuso. Una volta avuta l’intera squadra a disposizione, il Napoli ha prodotto un calcio piacevole e soprattutto vincente.

 

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Non bisogna inoltre dimenticare che Gattuso ha portato il Napoli a giocare due finali, un fatto di certo non consueto per la società partenopea. Alla finale di Supercoppa Italiana persa ai danni della Juventus, al termine di una partita invernale dai numerosi rimpianti, fa da contraltare la vittoria nella finale di Coppa Italia del 2020 contro la Juventus: un risultato altisonante arrivato proprio contro gli acerrimi nemici e che non va dimenticato nell’analisi della gestione Gattuso, soprattutto considerando il punto di partenza difficile da cui Rino aveva preso le redini della squadra, ovvero tra le macerie della gestione Ancelotti conclusasi in maniera triste.

Insomma, la mancata qualificazione in Champions League è sicuramente grave, ma il lavoro di Gattuso nel suo anno e mezzo a Napoli ha tante attenuanti e soprattutto tanti aspetti positivi. Spazio ora al nuovo allenatore.

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