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Gli interventi di Nando Orsi, Sabatino Durante e Carlo Jacomuzzi a “1 Football Club”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Nando Orsi, ex calciatore tra le tante di Roma e Lazio. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

Le parole di Spalletti sembrano essere in controtendenza con le caratteristiche di Meret: credi che il tecnico possa lavorare su quetso portiere o il rinnovo sia una scelta della società? “Si tratta di una scelta di condivisa, ma Alex resta sempre un portiere. Deve essere affidabile, prima di essere un calciatore che sappia giocare bene con i piedi. È il secondo di Donnarumma in Nazionale ed è un giocatore di livello: il Napoli ha il primo o secondo migliore portiere della Serie A”. Per quanto riguarda le sue caratteristiche, può essere considerato coordinato nelle uscite? “A me piace proprio per la sua coordinazione, è bravo tecnicamente e sa bloccare bene la sfera. Dovrebbe acquisire soltanto più leadership, quindi la capacità di guidare la difesa, ma più giocherà e maggiormente imparerà, deve avere anche la serenità di poter sbagliare”. Maximiano e Vicario in orbita Lazio: come consideri questo doppio colpo? “Attualmente in Italia ci sono estremi difensori i quali stanno crescendo bene, la scuderia portieri sta maturando tant. È tornato anche Gollini in Italia, c’è una crescita generale degli estremi difensori italiani. Alla Lazio servivano due portieri, è una buona coppia. Non posso giudicare Maximiano, poiché non lo conosco. Vicario è giovane ed è molto forte, reduce da un’ottima stagione con l’Empoli, in prospettiva è un ottimo profilo. Comunque le prime caratteristiche di un portiere sono legate alle sue prestazioni tra i pali, non alle sue capacità di giocare con i piedi. Fortunatamente abbiamo Donnarumma, Meret, Cragno e Carnesecchi, ci sono tanti portieri italiani molto forti, ma mancano giocatori importanti in altri ruoli”. Chi preferisci tra Ospina e Meret? “David è stata una garanzia, ha offerto tanto al Napoli. Sarà una grave perdita per gli azzurri, ma hanno preso una decisione differente ed hanno scelto di puntare su Alex”. Per quanto concerne Koulibaly, se dovesse lasciare il club sarebbe una grave perdita?”Semplicemente si registra la cessione e si va avanti. Tante squadre hanno perso nel corso degli anni determinati calciatori, anche se sono scettico circa l’addio di Kalidou al Napoli. Se abbassasse le sue pretese, probabilmente resterà in azzurro. Koulibaly è uno dei migliori giocatori nel suo ruolo, ma sono dei professionisti ed è giusto che vogliano guadagnare di più”. In MLS ci saranno vecchie conoscenze italiane: sta crescendo questo movimento calcistico? “Tanti anni fa sembrava una miniera d’oro, vanno in America soprattutto per guadagnare. Ma non giudico calciatori come Insigne, Criscito e Chiellini che sposano la causa delle squadre statunitensi. Sono esperienze differenti, quali ludiche e non posso biasimare questi giocatori. Anzi, buona fortuna, o meglio, solo ‘buona’”. E il mancato rinnovo di Mertens?
“Ci vuole la volonta di ambedue le parti di unirsi come in un matrimonio. Dopo Maradona e qualche altro azzurro, Dries è uno dei simboli del Napoli, dispiace per il suo addio”. Al Napoli sono stati accostati tanti calciatori di livello in questi giorni, cosa ne pensi. “Quando un giocatore come Robaldo perceoisce 25 milioni a stagione, è impossibile che possa qpprodare in squadre come il Napoli. Questi club non potranno mai offrire contratti faraonici a determinati calciatori”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Sabatino Durante, agente Fifa e grande esperto di calcio sudamericano. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

La Serie A può essere considerato un “cimitero degli elefanti”? “La Serie A è da tempo un “cimitero degli elefanti”. Ci sono campionati di livelli differenti, la Serie A si trova al terzo, alle spalle della Premier League e della Bundesliga. È una legge del mercato. Non abbiamo mai capito fino in fondo che abbiamo costruito ‘cattedrali nel deserto, ma teatri’, cioè stadi non funzionali. Nonostante tutte le polemiche, in Brasile e in Colombia sono stati edificati tanti impianti; per quanto riguarda l’Italia, invece, anche Ceferin ha dichiarato che addirittura non ci sono stadi per accogliere una finale di Champions League. Qui non si vende nulla di merchandising, in tre anni abbiamo perso il 50% degli introiti dei diritti televisivi. La Serie A è diventata il campionato dell’usato, è una politica in atto già da diversi anni. Colpi come Pogba e Lukaku non sono in realtà grandi operazioni di mercato. Poi ci sono direttori sportivi che allenano i giornali, i quali sono delle camere a gas e gonfiano determinati calciatori. Noi abbiamo stadi poco accoglienti e non adatti a particolari partite. È strano che in questo paese in campionati minori ci sono così tanti stranieri ed extracomunitari. Con tutto il rispetto di questi ragazzi, non hanno determinate qualità per giocare qui. Dobbiamo avere l’umiltà di ripartire”. Per quanto riguarda il Napoli, sembra esserci un immobilismo sul mercato: come si può ragionare in questo modo? “Si ragiona così perché De Laurentiis è molto attento ai bilanci e non ha liquidità per operare, quindi deve necessariamente vendere. Poi le uscite dipendono anche dai prezzi fissati dalla società per alcuni giocatori, i quali non possono essere venduti a cifre specifiche. Il problema del Napoli è che il presidente pensa che sia il ‘padrone del vapore’; i rinnovi di contratto ai calciatori andrebbero proposti prima di arrivare in scadenza. È un ragionamento logico. Secondo me Aurelio ha un’idea troppo rilevante del suo ruolo, ma deve capire che anche dall’altro lato si ha il coltello dalla parte del manico, alcune guerre non si possono vincere. Attende troppo, non ha imparato le lezioni del passato”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Jacomuzzi, ex direttore sportivo di Napoli ed Atalanta, ed ex osservatore del Chelsea. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

Ronaldo al Napoli? “Siamo alle solite, con il decreto crescita ormai possono succedere tante situazioni strane. Con gli sponsor si possono realizzare operazioni impensabili. Ci sono fattori i quali potrebbero consentire affari folli. Anche la trattativa Maradona fu un grande business, al giorno d’oggi ci sono tante situazioni nelle quali investire: basti considerare la cessione del Palermo al City Group e il possibile affare Icardi-Monza. Nel calcio può succedere di tutto. Alcuni giocatori guadagnano cifre spropositate, a volte insostenibili per dei club. Non tutte le società, inoltre, sono attrezzate per difendere determinati calciatori”. Zanoli, Gaetano e Zerbin sono giovani interessati del Napoli: hanno la stoffa per giocare in questo club? “Zanoli ha le qualità per vestire la maglia azzurra, è pronto per giocare in questo palcoscenico calcistico. Gaetano è cresciuto tanto ed ha effettuato una trasformazione enorme, soprattutto per la sua fantasia in mezzo al campo e la sua rapidità. Zerbin, invece, può avere diverse possibilità di restare in rosa, è molto duttile e potrebbe ricoprire diverse ruoli d’attacco. Anche Ambrosino è un profilo interessante, fare un campionato di C da titolare potrebbe consentirgli di fare uno step in più per la sua crescita personale”. Osimhen è stato accostato al Bayern Monaco: lo lasceresti partire per120 milioni? “È un’operazione da fare, alcune offerte devono essere necessariamente accettate. Anche perché ci sono tante alternative, basta aver fiducia nei giovani calciatori italiani di spessore e concedere loro del tempo per crescere. A questi prezzi, dunque, il presidente De Laurentiis dovrebbe accettare tali offerte. Il club azzurro dovrebbe investire su dei giovani per il futuro? “Quando ero a Napoli nessuno mi dava del matto quando sceglievo determinati calciatori. Bisogna avere voglia di impegnarsi per puntare alcuni profili”. Per quanto riguarda l’Atalanta, sei soddisfatto dell’operato dell’Atalanta? “L’Atalanta è una piccola entità, ho portato Pippo Inzaghi in nerazzurro. La dea è una fucina e lancia tanti giovani, non si può andare sopra le righe. Bisogna avere una costruzione importante della società, deve fare attenzione ai passi più lunghi della propria gamba. Il club si sta allontanando dal suo DNA”. Alla Juve era in atto una rifondazione, ma poi alla fine è piombata sui parametri zeri: sei d’accordo con questa scelta? “Non condivido questa decisione, la Juve non paga neppure in breve termine. Pogba è una stella, ma negli ultimi cinque anni è stato molto assente. Il club ha degli ottimi giovani, dovrebbe puntare sulle loro qualità. No so se sia una scelta di Allegri o della società di non contare su giovani talenti”.

 

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