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Centrocampo azzurro, mancano i giocatori dai piedi buoni…

jorginho 2 sparta praga-napoliUna diga operaia sulla mediana. E addio ai piedi dolci a centrocampo. Un solo gol realizzato dai centrocampisti azzurri (quello di Inler al Cagliari) e un solo assist proveniente dagli uomini della terra dimezzo (quello di David Lopez per l’1-2 di Callejon con l’Inter). Poi per il resto ci pensano, e meno male, quelli là davanti. La rete non è la specialità di Gargano, Jorginho, Lopez e appunto Inler: ed è chiaro che molti dei mal di pancia patiti quest’anno da Benitez ruotano tutti sulle peripezie della coppia che gioca dinnanzi alla difesa. Cambio di modulo, ovvio, neppure a parlarne. E allora, nel 4-2-3-1 Rafa ci mette tanto della sua filosofia, visto che dal mercato estivo non è riuscito ad avere gli uomini che sognava: Mascherano, Lucas Leiva e compagnia. Turnover a raffica in una zona di campo che appare più un saloon perché di piedi buoni se ne vedono pochi. E non pare che il quadro sia destinato a migliorare, a giudicare dalla strategie di mercato.Il Napoli ha preso un altro attaccante (il bravissimo Gabbiadini), un terzino che gli serviva come il pane (Strinic) ma non pare dannarsi più di tanto per un centrocampista di qualità di cui avrebbe un dannato bisogno. Il centrocampo, si sa, è la terra promessa di ogni trionfo. Da tempo Benitez non riesce più a trovare posto per la qualità di Jorginho. Il brasiliano – ma dal 22 dicembre anche italiano a tutti gli effetti – è l’uomo che più di tutti ha deluso le attese: era il 19 agosto quando Rafone gli ha consegnato il centrocampo nella sera più importante dell’anno, quella con l’Athletic Bilbao. Per il ragazzo ex Verona sembrava il primo passo verso la consacrazione. Ma non è stato così: ha giocato anche la gara di ritorno al San Mames, poi dopo di allora solo altre 9 volte titolare (7 in campionato). Gargano è la vera rivelazione: col passare delle settimane è diventato sempre più accorto tatticamente e sempre più potente atleticamente. Non è una mediana di velluto con lui, chiaro. Ma l’uruguaiano sembra davvero averne preso la leadership, tant’è che da un mese a questa parte – dopo il flop con il Milan – è divenuto insostituibile. Vincendo il casting a centrocampo anche a Doha, nella notte della finale di Supercoppa. Gargano ha recuperato un entusiasmo infantile del gioco e una tenuta atletica da top player. I centrocampi delle squadre moderne devono essere un monolito. I giocatori di una mediana importante devono saper far tutto: coprire, creare, segnare. E correre, soprattutto. Il Napoli ce l’ha? Ecco, per Benitez l’uomo con più talento è David Lopez. Ha giocato 1.562 minuti complessivamente da quando ha messo piede a Napoli, scalzando Inler dalle gerarchie. Eppure, non è uomo da lanci lunghi, da passaggi smarcanti: bravo a fare il compitino. Ma nessuno può pretendere da lui l’illuminazione alla Vidal. È il faro di Rafa: 16 volte titolare da quando è stato prelevato dall’Espanyol. Inler è l’unico dei quattro in bilico: 5 volte titolare in Europa League, e tanta panchina in serie A (solo 8 volte in campo dal primo minuto). Spiccioli per uno che nella sua nazionale, quella Svizzera, è il capitano. Ed è per questo che chiede di andar via anche se il rischio, adesso, è quello di svenderlo. Bigon giura che non c’è nessuno della rosa che ha chiesto di essere ceduto. Perché il Napoli trascura così la stanza dei cervelli? Il Napoli avrebbe bisogno di una mediana che palleggia con qualità, che corre tanto e si inserisca per fare gol con la delega degli attaccanti. Un segno dei tempi.

Il Mattino

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