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Morto il tifoso del Napoli Ciro Esposito Lo zio: “Nessuna violenza in suo nome”

Ciro Esposito non ce l’ha fatta. Alle 6 di questa mattina, dopo un calvario durato 54 giorni da quella maledetta serata dell’Olimpico, il 3 maggio scorso, il cuore del giovane tifoso napoletano, che batteva solo grazie alle macchine del Centro di Rianimazione del Policlinico Gemelli, si è fermato. Il bollettino medico parla di morte «per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali».

 L’appello della famiglia

La famiglia del ragazzo ha voluto lanciare un appello contro ogni violenza. «Ora non si faccia violenza nel nome di Ciro», ha chiesto lo zio. «Invitiamo a mantenere la calma non vogliamo altra violenza, ma solo rispetto per Ciro». «Il nostro obiettivo è riportarlo al più presto a casa. Per noi adesso è il momento del dolore – sottolinea – ma stiamo lavorando per poter accelerare i tempi e ripartire per Napoli». Bisogna avere però l’autorizzazione visto che c’è un’inchiesta in corso e potrebbe essere richiesta un’autopsia. «Speriamo che almeno su questo ci sia un po’ di pietas umana e ci venga evitato un lungo strazio anche per tornare a casa».

 Lutto cittadino a Napoli

Il padre di Ciro Esposito ha anche puntato il dito contro le istituzioni: «Mi aspettavo un po’ di vicinanza in queste settimane da parte delle istituzioni, ma non è mai arrivata salvo qualche eccezione come il sindaco di Napoli, De Magistris (che ha proclamato il lutto cittadino, ndr)» e ha ribadito: «questore e prefetto di Roma devono dimettersi. Vogliamo che chi ha sbagliato, nella gestione dell’ordine pubblico, paghi». Angelo Pisani, l’avvocato di Ciro Esposito, ha invece chiesto il lutto nazionale e che gli sia dato l’ultimo saluto nell’auditorium del quartiere Scampia, dove viveva, con tutti i napoletani.

 De Santis accusato di omicidio volontario

Ora l’accusa per De Santis, l’ex ultrà giallorosso accusato di aver sparato i colpi di pistola contro il tifoso napoletano, è di omicidio volontario. E mentre a Roma le forze dell’ordine vigilano su eventuali azioni degli ultras, a Napoli è comparso uno striscione contro il presunto omicida: «Fascista, Napoli ti odia», il messaggio in corso Vittorio Emanuele. Su un muretto sotto lo striscione, una scritta con lo spray bianco: «Anni ’70 bombe nelle piazze. 2014…pistole fuori agli stadi». E accanto, in nero: «03-05-14 Romanista infame».

 De Laurentiis: “Ora riflettere”

Aurelio De Laurentiis, invece, ha invitato il mondo del calcio e non solo a una riflessione: «Questa tragedia deve far riflettere tutto il mondo del calcio e delle istituzioni che collaborano con esso. Ciro era un nostro tifoso che voleva passare una serata di gioia tifando per la propria squadra».

la stampa

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