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Il graffio mondiale di Corbo – Hamsik e modulo Napoli: da prevedere 2 ritocchi se Benitez ha visto Messi

L’aereo non aveva neanche spento il motore, quando nel terminal di Rio è riapparsa la Nazionale. Per tornare subito in Italia. Più che giocatori, Prandelli ha portato in Brasile palloni gonfiati. Potevano rientrare senza jet, si erano dati tante arie da sembrare 23 mongolfiere. Nessuno si è accorto della loro assenza, meno che mai Napoli e i tifosi del Napoli. Con 12 giocatori impegnati fino agli ottavi, oltre a due carissimi ex. Infelice la scelta di Cavani, un anno fa. A Parigi guadagna di più ma è popolare poco più dello chef della “Coupole” a Saint Germain de Pres. Ad Arco Felice gli hanno dedicato una piazza, la targa è ancora lì. Secco e nodoso, infelice e irrisolto, ha ricordato con l’Uruguay un albero spoglio di novembre. I tifosi sono orgogliosi di Lavezzi. Migliore argentino nel primo tempo della finale, ma perché Sabella l’ha ritirato? L’enigma giustifica maliziose fantasie. Lavezzi entrava nella metà campo tedesca con la forza di un caterpillar. Portava palla, anche troppo, ma in dribbling apriva varchi. Sabella avrà interpretato o subìto una richiesta di Messi. Lavezzi clonava il gioco suo, e lui rimaneva ingolfato dietro uno sfatto Higuain. Eliminando Lavezzi nella ripresa, l’Argentina ha sperato con Aguero e Higuain, due punte, di dare più spazio a Messi tra le linee. Ancora peggio, quando il codino di Palacio ha sostituito la malinconica barba di Higuain. Due cambi, due errori. Sabella non ha osato spostare Messi venti metri più avanti: bastava per ricacciare indietro la Germania, per tenerla in allarme. Lì dà fastidio. Gli slalom caparbi di Messi svaniscono invece nel nulla, se troppo lontano dall’area. La finale va riletta bene dal Napoli. La Germania è forte finché piazza tre motori a centrocampo. Benitez avrà avuto modo di riflettere: il doppio mediano dà un argine troppo debole davanti alla difesa del Napoli, e nessuno dei due si chiama purtroppo Mascherano. La chiave è tutta qui: la posizione di Hamsik. I due esterni larghi con Higuain al centro sono un micidiale congegno offensivo: ma deve riequilibrare l’assetto Hamsik, giocando davanti ai due mediani. Venti metri dietro, rispetto allo scorso campionato. Rischia altrimenti di finire in una terra di nessuno come Messi con la Germania. Imballato, sorpassato, trascurato. Sul doppio mediano i tifosi seguono con interesse i giochi di mercato. Meglio un chiarimento o svendere Behrami che copre e picchia? Vale la pena rivedere la sua prova in Argentina-Svizzera.

La Repubblica

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