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Napoli, l’ora dell’impresa: Pipita pensaci tu

La formazione che Rafa Benitez è orientato a schierare stasera a San Mames contiene un paradosso: con Ghoulam terzino sinistro al posto di Britos, Inler in mezzo al campo a rilevare Gargano e Mertens in campo dal primo minuto per Insigne, si fa largo una versione del Napoli esplicitamente più offensiva rispetto a quella proposta martedì scorso nell’andata casalinga. Le ragioni sono presto spiegate. Otto giorni fa Benitez voleva evitare di subire un gol al San Paolo, missione purtroppo fallita; la rosa aveva meno benzina nelle gambe, e dunque un atteggiamento più coperto pareva più saggio; infine, venendo a stasera, si riparte da un 1-1 che qualificherebbe i baschi, e quindi una formazione capace di andare in porta è un genere di prima necessità. Il punto è come riuscirci a Bilbao.
Il ruolo di Higuain Le cifre dicono che l’Athletic subisce gol quasi esclusivamente nella sua area, e quindi un predatore dei sedici metri come Higuain è il maggiore indiziato per colpire. Nella prima ora (abbondante) del match d’andata, la squadra di Valverde dominò il campo, passò in vantaggio ma non riuscì a costruirsi una chance pulita per il 2-0 che avrebbe ucciso l’eliminatoria; viceversa il Napoli, nei 25 minuti di fuoco seguiti a un pareggio un po’ trovato, disegnò almeno quattro palle-gol clamorose, e tutte con Higuain al centro delle operazioni. Il che significa che di base l’Athletic gioca meglio a calcio, ma la pericolosità pende più dalla parte azzurra.
Effetto San Mames Se quella basca fosse una squadra come tante altre approfitterebbe della situazione tattica favorevole per aspettare il Napoli, togliendogli l’acqua nella quale nuotare. Ma la filosofia dell’Athletic è diversa — e sia chiaro che noi l’ammiriamo per questo —, il pressing alto per riguadagnare palla in zona d’attacco è un postulato e lo stadio in un certo senso al debutto farà il resto: questa partita è la prima occasione in cui il nuovo San Mames è interamente agibile, compresa la curva coperta la scorsa stagione da un telo. Bilbao, che non vive l’Athletic come una squadra di club, ma come una nazionale, brucia di febbre per questo playoff. Non c’è dubbio che l’ambiente stasera sarà indimenticabile — apprezzate l’eufemismo —, la speranza è che l’entusiasmo popolare possa giocare a favore di un Napoli molto freddo. L’Athletic attaccherà cercando i cross veloci per Aduriz che costituiscono la specialità della casa (nessuno in Liga manda palloni al centro dalle fasce come il Bilbao), e manterrà alta la linea arretrata per accorciare il campo e subissare la difesa azzurra. Un pesante mal di testa per Albiol e compagni è nelle cose, e se ci chiedete una professione di fede sulla capacità del Napoli di non subire reti stasera noi opponiamo un fiero silenzio. Ma ieri abbiamo dato un’occhiata a YouTube, per scoprire come abbia fatto a vincere qui l’unica squadra capace dell’impresa lo scorso campionato. La indovinate? L’Atletico Madrid di Diego Simeone. Il Barça perse, il Real pareggiò, l’Atletico vinse 2-1.
Lezione Atletico Passato in vantaggio con un gol del solito Muniain, l’Athletic continuò ad attaccare difendendo altissimo, e concedendo clamorosi contropiede a Diego Costa ogni volta che perdeva una palla a centrocampo. Il centravanti pareggiò alla terza solare palla-gol, e un’altra boccia perduta dai baschi nella loro metà campo portò al 2-1 di Koke. Benitez li avrà visti a nastro quegli highlights, in settimana, immaginando Higuain, Callejon e il razzente Mertens nei panni di Diego Costa (con Hamsik all’innesco). Opponiamo quindi un altrettanto fiero sì al quesito sulla capacità di segnare del Napoli: i precedenti dicono che nessuna italiana ha mai vinto a San Mames, ma al di là del fatto che questa è una Catedral-bis e non l’originale (con un record tutto da scrivere, quindi), un altro 1-1 ci porterebbe ai supplementari mentre un 2-2 vorrebbe dire festa e tammurriata.
Baschi favoriti Il fatto che soltanto una squadra sia riuscita in tempi recenti a violare questo stadio ci richiama a una realtà evidente: il favorito per il passaggio del turno è l’Athletic. Perché l’impresa del Napoli assuma contorni credibili sono necessarie tre vittorie «locali»: quella dei terzini sui temibili Muniain e Susaeta e quella di Inler davanti alla difesa, perché lo svizzero garantisce maggiore rilancio, ma nei momenti di tempesta basca al San Paolo fu prezioso l’argine di Gargano. Inutile rispiegare perché questa gara rivesta un’importanza esagerata non soltanto per il Napoli, ma per l’intero calcio italiano; utile semmai avvisarvi che comunque vada, stasera ci sarà da soffrire. Coraggio, elmetto in testa e andiamo a San Mames.

La Gazzetta dello Sport

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