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Napoli, la verità di De Laurentiis

Due milioni d’attivo e una robusta sfoltita al monte ingaggi. Dal mercato è uscito un Napoli ancora più solido, con i conti a posto e un futuro economico assicurato: nonostante il doloroso stop in Champions League. Cinque acquisti e altrettante partenze, con Andujar, Koulibaly, De Guzman, David Lopez e Michu scelti per prendere il posto di Reina, Fernandez, Dzemaili, Behrami e Pandev, che hanno concluso la loro avventura con la maglia azzurra. Dirà il campo se la squadra s’è rinforzata oppure no e tutto sarà più chiaro solamente quando i nuovi arrivati avranno avuto il tempo d’inserirsi. Ma ci sono già elementi sufficienti per formulare un’altra ipotesi: non c’è stato l’auspicato salto di qualità, che sembrava a portata di mano nel finale della scorsa stagione e un obiettivo concreto nei progetti estivi della società. «Quest’anno mi voglio giocare lo scudetto», aveva detto in ritiro Aurelio De Laurentiis, gonfiando le aspettative dei tifosi. A quelle parole di sfida non sono seguiti i fatti sul mercato, però. La caccia ai “top player” s’è rivelata solo un’utopia e la resa a Bilbao ha fatalmente depresso l’ambiente, rianimato solo in parte dal riscatto in campionato, nel debutto. Il successo di Genova è servito però a evitare i processi, non a scacciare la malinconia. La campagna abbonamenti langue, ieri è partita in sordina la prevendita per l’esordio interno contro il Chievo (14 settembre) e De Laurentiis è stato costretto a rivolgersi direttamente ai tifosi a radio Kiss Kiss, emittente ufficiale del club. «I bilanci si devono fare alla fine: giocheremo partita per partita e se andrà male piangeremo al termine della corsa, dopo aver fatto parlare il campo. Io mi fido di Benitez: sa allenare e conosce perfettamente quel che gli serve. Se dovessi ascoltare tutte le opinioni personali non la finiremmo più: è per questo che do retta solo a Rafa», ha provato a fare il chiarezza il presidente, spiegando la strategia seguita dal Napoli durante la tribolata campagna acquisti. «Se avessi il fatturato di altri club farei diversi ragionamenti, però il successo non sarebbe mai assicurato per tanti motivi. Le situazioni sono così variabili, nel calcio… Allora ho stabilito di affidarmi al mio tecnico. Dobbiamo rispettare i parametri economici e faccio presente che il nostro monte ingaggi s’è raddoppiato. Uscire dalla Champions è stato un dispiacere e un grave danno, è una ferita da ben 35 milioni». Ecco perché non sono arrivati a Napoli i top player promessi, ha lasciato intendere De Laurentiis. E altri calciatori sarebbero stati bocciati per volontà di Benitez: Song, Sandro, Guilavogui, si sussurra. Non tutto è filato liscio nella collaborazione tra il ds Bigon, il settore scouting (in scadenza di contratto) e Rafa, che alla fine ha preso in mano il pallino e ha deciso di puntare su de Guzman e David Lopez: fallito l’assalto alle sue prime scelte. Di più non si poteva, a quanto pare. «Abbiamo il problema del fair play e parecchi club sono nei guai…», ha spiegato il presidente, senza peraltro gettare la spugna. «La squadra ora è più forte, ci serve tempo per lavorare. Abbiamo tanti reduci dei Mondiali da riportare in forma: ora ci occorre solo equilibrio e chiedo fiducia ai tifosi. Non bisogna mandare tutto all’aria per una sconfitta». De Laurentiis sente l’odore di bruciato. «Napoli ha poco come città e il Napoli è una di queste cose belle, non distruggiamola». Ma i sogni sembrano di nuovo rinviati. «Prima o poi lo scudetto arriverà: niente fretta. Quest’anno giocheremo gara dopo gara, provando a non perdere mai e senza drammatizzare nel caso di cadute». Agosto si è portato via i proclami, pare quasi autunno.

La Repubblica

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