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Nuovo stadio, quanti annunci per un flop

La sospensione del sindaco di Napoli è buona notizia per Monaco di Baviera. C‘era un’ombra sull’orgoglio tedesco di Bayern e Monaco 1860, i due club che vantano lo stadio più bello del mondo, realizzato in soli tre anni. Dell’Allianz Arena è stato più volte annunciato un impianto gemello a Napoli: il progetto pubblicato e ripubblicato fu attribuito agli stessi architetti svizzeri, Herbog e De Meuron. Tutto vero, quindi? A Monaco saranno risollevati: almeno per ora l’Allianz non sarà copiato. Perché il San Paolo rimarrà per chissà quanto tempo nelle stesse condizioni di degrado e precarietà. De Magistris ha dedicato i migliori annunci della sua esperienza di sindaco proprio al «nuovo stadio di Napoli». Sembrava già fatto quello di Ponticelli, nell’intervista di Capodanno 2012. Suggestivo anche il promesso restauro del San Paolo, spesso condiviso dal presidente del Napoli, con qualche ciclico colpo di teatro: l’annuncio di un altro a Caserta.

Il San Paolo fa intanto notizia per i primati negati: 8.500 abbonati, mai così pochi, 25.000 di media, spazi vuoti che in tv irritano gli sponsor: è una legge non scritta del marketing, tribune colme. I contrattempi del sindaco e la quasi nulla disponibilità del Napoli ad investire hanno provocato l’ennesimo rinvio della mega-opera più annunciata negli ultimi anni in città. In una Italia e in una Napoli bloccate, immaginare uno “sblocca-stadio” era possibile. Basta conoscere le carte. Il progetto non è affatto condizionato alla volontà del Napoli, che non perderà mai il diritto a giocare nel suo stadio. Nella convezione del 2008, peraltro scaduta, c’è una clausola. Una eventuale gara europea con “progetto di fattibilità” consente al Napoli di esercitare il diritto di prelazione fino all’ultimo minuto. Può rilevare il progetto scelto, pagando solo le spese al vincitore. La particella del Piano Regolatore prevede infatti verde, tempo libero e sport. Precisa: “Produzione immateriale”. Una formula escogitata per lasciare alla Rai il raddoppio della struttura. Quel vincolo non vieta, quindi, di restaurare e mettere in sicurezza lo stadio realizzando una serie infinita di attività: auditorium, sala congressi, centro benessere, studi tv. Non solo, il privato può rifarsi aprendo i garage sotterranei per migliaia di vetture. In un punto strategico. Un autosilo come in via Brin per intercettare il flusso dall’area flegrea e casertana. Pensate: uscire dalla tangenziale, infilare l’auto lì, correre ad una delle tre ferrovie urbane. Il progetto stadio era anche questo: tanti soldi per la sosta, meno traffico e smog in città. Nessuno ha captato l’idea. La strategia del rinvio ha fatto slittare anche opere minime ed urgenti: i correttivi indicati dalla polizia, la demolizione di settori insicuri e inagibili, nuovi servizi igienici adesso indecenti. Uno sponsor aveva progettato una tribunetta speciale: pochi lavori prescritti dalla questura hanno archiviato quel lampo di eleganza in tanto grigiore. Toccherà al nuovo sindaco lo “sblocca stadio” con immediati vantaggi per il contesto rubano? Chissà se il progetto sarà firmato prima dell’addio di Benitez. Difficile. L’allenatore ha chiesto stadio, strutture e settore giovanile per creare il grande club, anche questo più volte annunciato. Inutile sorprendersi se Benitez qui sia interessato più ai voli per Liverpool che a cercar casa. Per i tifosi c’è intanto un’altra buona notizia. Comincia il nuovo “X Factor” degli acquisti. Si parla di trattative. Poco importa che siano «solo idee o timidi sondaggi», che non sia definita la prima, cioè la conferma di Benitez, preliminare ad ogni decisione. Ci risiamo, tornano i grandi nomi a volare. Dopo il successo dei mesi scorsi: tra gli acquisti annunciati e quelli realizzati c’è stato il rapporto di 4.000 a 0,1. Ma vai con l’annuncio, a Napoli e intorno al Napoli togliete tutto, tranne che il piacere di sognare.

Antonio Corbo per La Repubblica

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