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Roma, tutto l’amore di Garcia: “Avanti insieme finche non mi cacciano”

ROMA – Stregato dalla Capitale e dalla sua gente. Lo confessa Rudi Garcia in un’intervista a 360 gradi, tra adolescenza, Francia, vini, donne e Italia, ma anche e soprattutto calcio e tifosi, provando a tracciare un bilancio di questi suoi primi 18 mesi giallorossi.

GARCIA: “MAI VISTO PRIMA TIFOSI COME QUELLA DELLA ROMA” – “Il rapporto con la città è migliorato – assicura il tecnico francese parlando ai microfoni di ‘Roma Radio’ – Quando sono arrivato c’era scetticismo nei miei confronti, non mi conoscevano, ma è una tifoseria incredibile, quest’anno ci ha dato segnali di supporto che non avevo mai visto prima nella mia carriera. Sono tifosi intelligenti, capiscono che la squadra dà tutto in campo, prova a giocare un calcio d’attacco, spettacolare, lo vede e anche se a volte perdiamo delle partite capiscono quello che stiamo costruendo e che lo facciamo con cuore e con tutta la nostra energia. Questa unità fra giocatori, allenatore, società e tifosi è la cosa più bella ed è quello che ti può portare il più in alto possibile”. Del resto, “c’è gente importante per me e da questa gente ho avuto sempre rispetto: sono i giocatori, la società, i nostri veri tifosi. Gli altri non contano, o perché hanno interessi personali o perché non sono veri tifosi”.

“QUI FINCHE’ NON MI CACCIANO, GUIDA PER I GIOCATORI” – Garcia a Roma sembra aver trovato la sua dimensione ideale e si vede ancora a lungo sulla panchina giallorossa. “Lavoro come se dovessi passare il resto della mia vita in questo club – sottolinea l’allenatore transalpino – E finché non mi cacciano e finché abbiamo le stesse ambizioni, andremo avanti insieme”. Garcia ha conquistato i tifosi anche con alcune sue uscite, dalla ‘chiesa’ rimessa al centro del villaggio ai proclami sullo scudetto. “La gestione umana dello spogliatoio e di tutto ciò che c’è attorno così come la gestione della comunicazione esterna sono importanti, ma conta di più la comunicazione interna, con la squadra, con i ragazzi – spiega il timoniere della Roma – Sono una guida e cerco di trasmettere loro la mia energia, la mia voglia, poi sta a loro tradurre questo in campo con impegno, corsa, esprimere un’identità di gioco che ci porti a vincere le partite”.

“PENSO DI ESSERE STATO ITALIANO IN UN’ALTRA VITA” – In ogni caso il tecnico francese precisa che “c’è un personaggio pubblico e un personaggio privato. Il secondo lo conoscono solo i miei cari, la mia famiglia, i miei amici ed è totalmente diverso dal primo”. Garcia rivela che da ragazzo “non ero tranquillo per niente ma sempre con l’educazione che mi hanno insegnato i miei genitori”, crede nell’amicizia “ma ho pochi amici nel calcio, forse due”, mentre la cosa che lo rilassa di più è “stare a casa, magari a guardare dei film, anche in italiano. Cucinare? Zero, ogni tanto faccio un piatto di pasta, ma non come gli italiani”. Tuttavia l’Italia la sente ormai sua. “Non è che sto bene qua, è che sento le cose qua, che si tratti di cibo, canzoni – conclude l’allenatore che sta facendo sognare il popolo giallorosso -. Penso di essere stato italiano in un’altra vita”.

as roma

serie A
Protagonisti:
Rudi Garcia
Fonte: Repubblica

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