PIANETA CALCIO

Juve-Inter, l’analisi tattica: occhio ai primi 15 minuti

Pogba “schiaccia” Kovacic nel corso dell’ultimo confronto tra Juventus e Inter. I due torneranno a pestarsi i piedi stasera per il predominio del centrocampo (Foto Getty)

Rimodellate da Allegri e Mancini, sono simili nella disposizione in campo ma profondamente diverse nell’atteggiamento. I bianconeri partono sempre forte: sono la squadra che segna di più nel primo quarto d’ora. Nerazzurri specialisti in rimonte

Potrà sembrare strano, ma sia Juventus che Inter, così come le vedremo in campo questa sera (diretta su Sky con prepartita dalle 20.15), sono creature tatticamente nuove. Per arrivare a trovare la loro identità, però, hanno seguito percorsi diversi.

Come si cambia – Lenta e graduale la trasformazione della Signora, cui Allegri ha fatto un lifting rimodellandola gentilmente: un pezzetto alla volta, con un lavoro paziente, finché il 3-5-2 di Conte non è diventato un lontano ricordo. Allegri ha iniziato dalla difesa (passando a 4 prima con qualche esperimento e poi in via definitiva) e solo quando la base era solida l’ha abbellita con il trequartista. Oggi, il 4-3-1-2 è il vero aspetto con cui si presenta Madama.
Più simile a un intervento d’urgenza, invece, quello del Mancio su un’Inter che gli è capitata tra le mani già in rianimazione. Senza troppe coccole le ha cambiato i connotati da una settimana all’altra, abbandonando anche lui la difesa a 3 di Mazzarri, infoltendo il centrocampo giusto per non rimediare figuracce nel derby (sulla carta un 4-3-3, in campo un 4-5-1) e passando poi al 4-2-3-1, quello su cui si vuole costruire il futuro, stando anche alle recenti strategie di mercato (Podolski già preso, Shaqiri e Lavezzi tra i desideri).

3+1, il centrocampo si copre così – Molto probabilmente però, per Juve-Inter, vedremo due squadre in campo con il 4-3-1-2. Modulo identico, interpretazione differente. Soluzione molto più muscolare per Mancini, a centrocampo (Guarin, Medel, Kuzmanovic); più qualità per Allegri con il trio Marchisio-Pirlo-Pogba. Eventuali carenze di inventiva o dinamismo vengono compensate quando si arriva al trequartista, “classico” per Mancini (un genietto alla Kovacic) e reinventato per Allegri (il tuttofare Vidal).

Ognuno col suo record –
I numeri dicono che Llorente e Tevez stanno facendo il loro dovere in termini di gol, ma non va sottovalutata la loro opera di “distrazione” delle difese avversarie. Loro le tengono impegnate mentre il centrocampo palleggia al limite dell’area e, se non trova l’imbucata giusta, spara. Così la Juventus è la squadra che ha segnato di più calciando da fuori area (10 gol). I nerazzurri, dal canto loro, possono vantare un primato diverso, essendo gli unici in A a non aver ancora subito gol di testa. 

15′ a tutto gas – L’atteggiamento mentale, infine, merita un’analisi a parte: Allegri non è l’indemoniato Conte, ma la sua Juve azzanna le partite fin dal quarto d’ora iniziale (nei primi 15’ è la squadra che segna di più: 6 reti). L’Inter, al contrario, parte sempre a rilento (un solo gol fatto nel primo quarto d’ora, nessuno peggio in A, e ben 6 subìti, solo il Cagliari è più “distratto”). C’è da dire che i nerazzurri riescono a compensare tirando fuori energie inaspettate e non dandosi mai per vinti. Solo in questo modo riescono ad essere la squadra che trova più pareggi in rimonta (Napoli e Lazio sono due ottimi esempi). Qualunque cosa accada nel primo quarto d’ora di Juve-Inter, con due squadre così è bene non perdersi i rimanenti 75 minuti.

Fonte: SkySport

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