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Il graffio di Corbo: “Il Napoli si lancia verso quote più alte: ma manca l’elemento più importante”

corbo21

Il Napoli apre il girone di ritorno con la quarta vittoria in cinque gare. La più generosa, perché lo proietta al terzo posto davanti alla Lazio, e a sei punti dalla Roma seconda: 42 contro 36.
Si sentirà parlare di possibile aggancio. Il calcio vende sogni, questo è uno dei sogni possibili, compratelo pure. Il momento di Higuain rende legittimi ottimismo ed euforia. Piace anche il broncio di Benitez: rimprovera alla squadra di non aver chiuso la partita con qualche altro gol nel primo tempo. È il segnale dell’uomo che vuole e sa vincere. Altri sarebbero rimasti mezz’ora in tv a parlare di “impresa storica”. Un allenatore che sa nascondere le ombre è una garanzia.
Ombre che si possono elencare subito.
1) Hamsik dà poco.
2) Gargano diventa indispensabile, mancando lui manca la protezione alla difesa. Inler non copre, nell’interdizione è labile, Bertolacci prevaleva in quella zona.
3) Non convince neanche Jorginho: questo sembra di capire, se tocca a Inler sostituire Gargano qualificato. Spiace pensare che né Inler (17 milioni) né Jorginho (10 milioni) siano titolari indiscussi. Come dire: 27 milioni per nulla, almeno finora.
Tutto questo propone un vecchio tema. Manca il centrocampista di qualità che Benitez aspettava.
Vado oltre: con il Napoli lanciato verso quote più alte, è un’assenza importante.
Dopo gli altri 13 milioni spesi per Gabbiadini, acquisto di sicuro pregio, il Napoli è ancora incompleto. Arriva un buon giocatore, ma non quello che serviva. Un centrocampista autorevole, illuminante, di personalità e gran piede.
Il rimpianto porta ad una conclusione. Non è vero che De Laurentiis non voglia investire. Investe male. Quando non decide Benitez, manca nel Napoli una mente tecnica in grado di afferrare non un buon giocatore, ma il giocatore che manca per completare la squadra e renderla più equilibrata.
In attesa del dibattito, giro l’articolo che ho scritto per Repubblica dopo Napoli-Genoa.

Arrivano in trentamila in un lunedì gelido di gennaio. Mica male. Il Napoli li riceve con un annuncio che crea un’atmosfera: gli abbonati pagheranno solo un euro il 4 febbraio per la sfida con l’Inter nei quarti di Coppa Italia. Un inatteso cenno di cortesia che rivela due strategie: la società vuole recuperare il pubblico in un clima di cordialità, Benitez invece punta a rivincere il trofeo oltre alla Champions, per elevare il bilancio del suo biennio. La quarta vittoria in 5 gare conferma l’energico rilancio e il suo impegno. Vittoria che non svilisce qualche svista dell’arbitro, ma il dominio del Napoli è incontestabile, mitigato solo troppe conclusioni svagate.
Alla Champions pensa anche il Napoli, quindi. Gli offrono il terzo posto in solitudine i risultati della domenica ma anche un Genoa tatticamente scriteriato, per un eccesso di vanità. Il suo 3-4-3, condizionato forse dal gol di Higuain, è una costruzione velleitaria che lascia troppi varchi aperti. Eccessiva la distanza tra la difesa a tre e gli esterni del quartetto di centrocampo, lo spento Edenilson e Antonelli. Un contropiede umiliato dall’imperfetta conclusione di De Guzman dovrebbe far scattare l’allarme nel Genoa: il Napoli affonda morbido in spazi liberi. Un’apertura di Hamisk con un diagonale dalla destra spalanca tutto il settore sinistro davanti a De Guzman. È solo uno degli intollerabili errori di un Napoli che prevale nel primo tempo, senza raddoppiare. Gasperini nulla cambia. De Guzman ridimensiona Mertens nel confronto: non ha le sue accelerazioni frenetiche, ma una sapiente mobilità che lo porta in area nei posti e negli attimi cruciali. La sostituzione con Gabbiadini nulla toglie al positivo giudizio.
Ma Gasperini pur concedendo questa chiave tattica al Napoli ne trova una tutta sua. Si accorge che il Napoli non protegge la difesa, come gli riuscì contro la Lazio. Non c’è Gargano ma Inler, che non fa schermo ma cede alla sua voglia di gol. Lascia quindi libero un rivale di ingegno sicuro: Bertolacci che coordina il gioco con Falque, Rincon e Perotti. Il Genoa infila anche Niang nella ripresa, ritirando la punta centrale, il greco Fatfitzidis, scollegato dal resto della squadra. Bertolacci confeziona il pareggio offrendolo al sinistro di Iago Falque, esterno alto di buona tecnica ma noto in Spagna solo per essere il figlio di una senatrice del Psoe, la vivace Carmela Silva. Non sfugge al Genoa neanche l’altra lacuna del Napoli: protetti male i difensori centrali, soprattutto Koulibaly non si stacca in avanti per piombare sul portatore di palla. Sfugge invece a Benitez quanto sia inutile Hamsik e stanco Inler, inserisce Britos per l’affaticato Strinic, manda Zapata a rilevare Higuain per un applauso tutto suo, nella serata dei due gol. È in forma e si avvale dell’eclettico De Guzman quanto di Callejon. Quanto vale Higuain, se ritrova accanto a sé lo smarrito Hamsik?

Antonio Corbo per Repubblica.it

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