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IL PERSONAGGIO – Benitez, Don Rafè ‘o Capatosta

Coppa Italia Lazio-Napoli Benitez 2

 

Alzi la mano chi dopo aver assistito al big match della 26esima giornata di Campionato tra Napoli e Inter non è andato a dormire in compagnia di tachicardia e magone, trascorrendo una nottata orrenda e alzandosi il mattino seguente fisicamente e psicologicamente devastato. Presente! … E lo stato d’ animo non è conseguenza di un pareggio ( 2-2) che con una squadra in ripresa come quella nerazzurra diciamo che, usando un modo di dire coniato da quel simpaticone di Don Rafè e convertitosi presto in gettonatissimo hashtag, ci può stare …. Quanto piuttosto del modo in cui quel pareggio è maturato, in extremis,  andando bruscamente a vanificare quanto costruito dagli azzurri nei primi tre quarti di gara. E pensare che doveva essere, per come si era messa, la serata della celebrazione di Capitan Hamsik, stella polare e goleador per l’ occasione, la serata della rinascita di Inler … quella delle standing ovations al pipita per l’ eurogol che in altri momenti staremmo ancora a commentare … Ma soprattutto sarebbe dovuta essere la serata della svolta, quella in cui un saggio e giudizioso Napoli approfitta dell’ ennesimo passo falso della Roma acchiappando al volo il treno che lo proietta a mezzo passo da un secondo posto che vuol dire Champions … Quello stesso treno che ventiquattr’ore dopo non si fa sfuggire invece l’ abile Lazio che con autorità e sagacia annichilisce la Fiorentina e si piazza in classifica fianco a fianco con gli azzurri. Che dire! Non amo in genere colpevolizzare i singoli poiché sposo in pieno la teoria di Rafa Benitez secondo cui si vince o si perde tutti insieme … Ma a mio avviso stavolta il coach azzurro l’ ha fatta grossa, e senza rinnegare affatto la sopracitata teoria che resta comunque valida, mi sento di attribuire le principali colpe di un pareggio che ha il sapore di disfatta, proprio a Don Rafè.  Che il Napoli sia brillante in attacco e fragile in difesa lo sappiamo tutti e ripetutamente lo rimarchiamo (anche se, a onor del vero per quanto produce riesce a concretizzare davvero poco), che alcune situazioni sono conseguenza di un mercato non all’ altezza di un top team lo ribadiamo ogni volta … Ma in tutta sincerità in casi come quello di cui ci ritroviamo oggi a discutere credo che la Società e il mercato c’ entrino ben poco, e dirò di più, troppe volte abbiamo assolto il tecnico spagnolo dirottando responsabilità altrove! Lasciamo stare la questione del modulo, che ormai s’è capito, manco sotto tortura egli modificherà in corso di gara con lo scopo di gestire un vantaggio e portarsi a casa un risultato … Ma ciò che davvero indispettisce è la sua ostinazione nel volere a tutti i costi continuare a schierare titolare uno spento ed amorfo Callejon sacrificando il positivo, brillante e il più delle volte decisivo Gabbiadini. Il Napoli contro l’ Inter ha giocato in inferiorità numerica, e non mi riferisco all’ espulsione avvenuta quasi a fine gara di un altrettanto disastroso Henrique, ma alla presenza in campo dal primo minuto del pupillo di Rafa che anche un orbo vedrebbe al momento inadeguato … E non si capisce il motivo per cui al momento delle sostituzioni il tabellone luminoso non segnali in uscita il 7 bensì il 17 e poi il 14 … Hamsik e Mertens i migliori in campo. Il pluriblasonato Rafa, mite e placido come pochi, tanto che a muovergli critiche pesanti quasi ti si stringe il cuore, conferma così l’ inabilità nel leggere una partita e nel cambiare le carte in tavola rispondendo tatticamente alle mosse, rivelatesi poi decisive e vincenti, del suo collega, il perspicace ed acuto Roberto Mancini. Qualcuno a questo punto tirerà in ballo l’ alibi delle Coppe e il fatto che il Napoli è in corsa su tre fronti, il dispendio di energie… E bla bla bla! Lo sappiamo, ed è vero che una squadra super impegnata può sbagliare una partita e può avere delle amnesie … ma qui si parla di equilibri, dell’ incapacità di un tecnico di fornire alla sua squadra stabilità e simmetrie! Il Napoli contro l’ Inter, fino al 70esimo minuto non è risultato nè fiacco né spento.. né lento … Ma energico e propositivo, bastava gestire il risultato e questo Benitez per l’ ennesima volta non l’ ha saputo fare. Lui,  acqua cheta che rompe i ponti parlando poco e “ficcando” bene, se l’è spesso cavata con l’ opinione pubblica di casa nostra in nome di tutti quei trofei che la sua bacheca vanta e in nome dell’ internazionalità che incarna e che tuttora gli vale quel remissivo e immotivato ossequio reverenziale … ma le convinzioni, i principi, le idee hanno un senso nel momento in cui funzionano, in caso contrario divengono utopie, chimere … inutili puntigli … E questo, Rafa, no … Non ci può stare, non più!

 

Tilde Schiavone – Pianetazzurro

 

 

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Tilde Schiavone

Sono una persona che riesce a star bene con se stessa solo se intorno a lei c' è armonia, questo è il motivo per cui cerco di risolvere i conflitti esistenti tra le persone che mi circondano;non amo i gioielli, specialmente quelli costosi, preferisco gli accessori di poco valore; non amo ricevere in regalo i fiori recisi: preferisco ammirarli nei giardini dove compiono il loro naturale ciclo vitale e non nei vasi dove hanno vita breve..Amo il blues,il canto del dolore, e il mio sogno è raggiungere un giorno quei luoghi che lo hanno visto nascere; Amo gli indiani d' america, la loro spiritualità e la loro cultura. non vivrei senza i dolci e la pizza. Sono campanilista, napolista, meridionalista ...maradonista. Adoro gli animali, ritengo che non siano loro le bestie e sono vegetariana. Non mi piace parlare, quel che sento preferisco scriverlo, so esprimermi meglio con una penna in mano anziché dinanzi a un microfono, amo inoltre il folclore della mia terra e cerco, attraverso l' Associazione Culturale Fonte Nova d cui sono Presidente, di preservarlo e diffonderlo ... e duclis in fundo AMO LA MIA NAPOLI, senza se e senza ma, ringrazio Dio perchè ha fatto sì che nelle mie vene scorresse il sangue del Sud!