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Maradona contro Equitalia, Diego ha vinto

pisani-maradonaDiego Armando Maradona ha la meglio su Equitalia.  La sezione n. 12 della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli con sentenza n.6410/2015 – presieduta da Luigi Capuozzo, e composta dal giudice relatore Fausto Izzo e dal giudice Paolo Scognamiglio – ha accolto il ricorso proposto da Diego Maradona – difeso da Angelo Pisani con i colleghi Silvio Ceci, Angelo Scala, Enrico Carlomagmo e Massimiliano Toriello – contro una Intimazione di pagamento milionaria di Equitalia.

Il precedente – Un  precedente molto importante in quanto il giudice tributario ha stabilito che l’intimazione di pagamento notificata a Diego Maradona è nulla “perché priva di motivazione, in violazione dello Statuto del Contribuente che, fin dal 2000, stabilisce che gli atti dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia devono spiegare con chiarezza e puntualità le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell’amministrazione”.

Le due irregolarità – Due sono i vizi che presenta l’intimazione di pagamento che era stata ricevuta da Maradona. L’’atto indicava un unico e forfetizzato importo a titolo di ‘spese ed aggi di riscossione’, senza che si potesse distinguere il compenso di riscossione dalle altre spese ed, inoltre, senza che si riuscisse a verificare da quale data i pesanti compensi e le gravose spese erano stati calcolati. A causa di tale mancanza, hanno sostenuto i legalli, Maradona non è stato messo in grado di verificare la correttezza della liquidazione operata da Equitalia che, attraverso la rappresentazione unitaria dei ‘compensi’ e delle ‘spese’, ha violato apertamente l’’obbligo di motivazione. Non solo. Nell’intimazione vi era anche una successiva voce ‘interessi di mora’ nella quale, però, non veniva indicata né la percentuale di interesse applicata alla somma capitale né la data di decorrenza di tali interessi. Anche in questo caso è chiaro che, a causa di tale omissione, Diego non ha potuto verificare l’’esattezza dei calcoli effettuati da Equitalia con riflessa carenza motivazionale della Intimazione.

Impugnare le cartelle – Come osservano i tributaristi Silvio Ceci e Vincenzo Conforti – questo problema si presenta con sistematicità in tutte le cartelle ed Intimazioni di pagamento che vengono ricevute dai cittadini. La sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli, che segue importanti sentenze della Cassazione, quindi, costituisce una importante decisione per Maradona ma anche per tutti i cittadini che potranno fare riferimento a tale precedente per impugnare le cartelle esattoriali e le Intimazioni ricevute da Equitalia perché poco chiare e, quindi, prive di motivazione.

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