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Niente finale tutta italiana ma il Napoli può ancora farcela

Formazione_DMF_7787 Napoli-Dnipro 7/5/2015 fofo De MartinoL’Europa League non avrà una finale tutta italiana, bene che andrà il 27 maggio a Varsavia dovremo accontentarci del Napoli. La pesante sconfitta della Fiorentina in Spagna fa però notizia fino a un certo punto: il Siviglia detiene il trofeo, gioca bene, è in mano a un bravo allenatore di nicchia come Unai Emery, che piace al Milan. Per rovescio, negli ultimi tempi i viola hanno fatto cilecca più volte contro formazioni di livello inferiore. Morale, il 3-0 del Sanchez Pizjuan risponde alle leggi della logica. Più rumoroso l’inceppo casalingo del Napoli al cospetto degli ucraini del Dnipro, ennesimo flop degli azzurri davanti ad avversari in teoria più scarsi. Film già visto in campionato contro Chievo, Verona e Empoli, per citare tre impensabili sconfitte nella corrente Serie A. La discontinuità come disvalore preferito. Aggrapparsi agli svarioni della terna arbitrale è legittimo, ma puzza di scusa: meglio cercare una causa. Benitez farebbe bene a interrogarsi sui cali di tensione dei suoi. Come si fa a pareggiare al San Paolo contro una squadra battuta per due volte dall’Inter nella fase a gironi e alle prese coi seri problemi che determina una guerra? Il calcio ucraino non dimentichiamolo deve fronteggiare i disagi provocati dal conflitto coi filorussi nell’Est del Paese. Sul campo Konoplyanka, Kalinic e Seleznyov non sono esattamente Messi, Neymar e Suarez, eppure… L’1-1 lascia aperta ogni porta, ma al ritorno servirà una prestazione tipo Wolfsburg. L’eliminazione renderebbe semifallimentare la stagione. Meglio non pensarci, per ora. Per paradosso è più accettabile la bastonata della Fiorentina che il pareggino del Napoli. Il divario tra Siviglia e Fiorentina è apparso netto, così come si immaginava. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, e ci riferiamo ai troppi gol falliti dai viola, tra Mati Fernandez, Salah e compagnia varia, quando il risultato era più o meno in bilico. Se non sfrutti le occasioni che ti capitano, specie in trasferta, sei destinato all’eliminazione. Sul 3-0, calata del sipario e amen. Niente di scandaloso, l’avversario era (è) di alto livello e resterà la soddisfazione di essere arrivati alle semifinali, tra le prime quattro della competizione, traguardo difficile da pronosticare in partenza. La Fiorentina si è squagliata a primavera, non si è più ripresa dallo shock dell’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Juve, l’urticante 0-3 al Franchi dopo la vittoria allo Stadium. Da quella sera di un mese fa ha inanellato sconfitte in campionato, e a Siviglia ha subito due gol da Aleix Vidal, omomino spagnolo dell’Arturo Vidal juventino (e cileno). Un segnale ai limiti dell’esoterismo, coincidenze simili rendono beffardo il destino.

La Gazzetta dello Sport

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