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Juventus, Agnelli: “Berlino punto di partenza, alla pari con le grandi d’Europa”

TORINO – “Il bilancio con 315 milioni di fatturato della scorso esercizio ci mette in condizione di poter affrontare le grandi potenze europee sul campo”. Lo ha detto il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, nella conferenza stampa di fine stagione. “La finale della Juve in Champions e la semifinale di Europa League di Napoli e Fiorentina non sono successi del calcio italiano ma di tre società che hanno saputo lavorare bene sul campo” ha continuato il numero uno. “Non è grazie al sistema calcio Italia che la Juve è andata in finale o Napoli e Fiorentina in semifinale ma sono le tre società che hanno gestito molto bene un anno”, aggiunge, l’Europa comunque “resta difficilissima: non a caso tutti gli anni le finaliste cambiano”.

BILANCIO OK – “Abbiamo chiuso un anno che ci rende estremanente orgogliosi” ha detto Agnelli a due giorni dalla finale persa a Berlino contro il Barcellona. “Usciamo con delle sensazioni miste dalla partita di Berlino – spiega -. E’ chiaro che quando uno gioca una finale di Champions la gioca per vincerla. Quando penso alla storia europea della Juventus, penso che la dimensione sia tornata quella che tutti quanti noi ci auspichiamo. Oggi abbiamo il maggior numero di finali perse ma intanto in finale ci siamo andati e questo conta. Non è la partita dell’altro ieri che ci deve lasciare rammarico per il risultato ottenuto, ma la prestazione della squadra a Berlino è un ottimo punto di partenza per il futuro, seguita a un percorso importante”.

PROSSIME FINALI -. Agnelli però mette in chiaro una cosa: “Non dobbiamo pensare che, siccome Milano è più vicina, giocheremo la prossima finale di Champions. E’ durissimo per tutti, tutti gli anni le finaliste cambiano”. Il presidente bianconero sa che “ci vuole consolidamento” a livello europeo ma chiede per il prossimo anno “una maturazione, affrontare una fase a gironi con maggiore consapevolezza e con la speranza che alla quarta-quinta giornata siamo già agli ottavi”.

IL MERCATO – Spazio anche al mercato: “Marotta e i suoi collaboratori sapranno sicuramente prendere le scelte migliori per continuare questo percorso di crescita. C’è la massima fiducia nell’operato di Marotta e dei suoi collaboratori. Morata, Pereyra, Rugani, Dybala, abbiamo giocatori che stanno crescendo – ricorda – Il giocatore più determinante in questa Champions è stato Morata, sono loro i primi a garantire la continuità della prestazione sportiva”.

LE POLEMICHE – Agnelli punta il dito sugli investimenti tecnologici a discapito di quelli sulla sicurezza: “E’ stato deciso di investire sulla goal line technology con una spesa per ogni singola squadra di 400 mila euro. Sono state trovate le risorse per risolvere 2-3 casi all’anno ma con la metà di quei soldi potremmo garantire sicurezza e certezza di intervento alle forze preposte. Questo mi lascia perplesso sulle nostre priorità”. E continua: “Mancano gli impianti ma anche un vero progetto sportivo da parte della Federazione, con vere e proprie missioni per il calcio professionistico. Non c’è un vero progetto sportivo, mi chiedo quale sia il ruolo della Lega Pro, della Lega di B e della Lega di A nel sistema calcio” aggiunge. “Se il calcio italiano vuole tornare ad avere un ruolo primario a livello internazionale, serve un percorso di medio-lungo termine, di 5-10 anni. Nessuno ha la bacchetta magica, serve una condivisione da parte di tutti gli stakeholder e capire come si vuole uscire da questa situazione”.
 

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Protagonisti:
andrea agnelli

Fonte: Repubblica

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