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Italia, buon pari in Croazia. Silenzio, torti e cucchiaio

croazia-italia 1-1 rigore candrevaTemevamo il sorpasso dei norvegesi e per poco non è l’Italia a staccare la Croazia. Finisce 1-1, ma sono gli azzurri che possono imprecare per un successo che avrebbero anche meritato. Questione di episodi – il gol di Mandzukic arriva sull’azione seguente alla regolarissima rete di El Shaarawy annullata –, e anche questione di gioco, con l’Italia che resiste al duplice schiaffone iniziale, non si fa prendere dalla frenesia, impatta con Candreva (il migliore) e controlla fino alla fine sfiorando il 2-1. Non sarebbe stato esagerato. Ma gli infortuni di De Silvestri e Buffon, e il contemporaneo, inatteso 0-0 della Norvegia con l’Azerbaigian suggeriscono di mettere in cassaforte un pari che, se non facciamo harakiri, significa Europeo. Per le fasce del sorteggio, ripassare un’altra volta. Intanto godiamoci questo Candreva «totale», un Pirlo tornato su livelli molto buoni, e uno spirito «contiano» che emerge quando si poteva anche crollare.
GOL, NON GOL, FOLLIA Raccontare Croazia-Italia non può prescindere dal primo, folle quarto d’ora. Nel quale la Croazia sembra sì di un’altra categoria, con Rakitic nella migliore interpretazione personale di Modric come fosse ancora a Berlino, e con tante situazioni al limite. La prima è di Astori che, al sesto, s’inventa il rigore più inutile su Srna lanciato verso il fondo. Mandzukic sbaglia, o comunque Buffon para il quinto rigore in azzurro, e i sorrisetti nella tribuna vuota rimandano al possibile futuro juventino del croato. Neanche il tempo di rifiatare e ci si mettono gli arbitri. Candreva strapazza Pranjic a destra – lo farà per tutta la partita – ed El Shaarawy la mente dentro in velocità. Un gol che è una liberazione dopo tanto soffrire, ma che lo stordito guardalinee inglese Mullarkey annulla. E mentre gli azzurri lo circondano per protestare la Croazia riparte a campo aperto: Atkison, un po’ pusillanime, invece di ammonirli fa giocare il contropiede con cross di Rakitic e gol-vendetta di Mandzukic. Siamo all’11’, Buffon non sta bene, con l’Italia furibonda e sull’orlo del baratro.
CHE RECUPERO Se è da questi particolari che si giudica una grande squadra, siamo sulla buona strada. La Croazia ha ancora una decina di minuti di bel possesso e pericoli: la coppia Rakitic-Brozovic domina la mediana, le fasce (De Silvestri-Darmian) sono timide sulle sovrapposizioni slave, e Astori non si riprende dallo shock. Mobilissimi, i nostri rivali passano in automatico dal 4-2-3-1 (con Kovacic mobilissimo) offensivo a un 4-4-2 difensivo che chiude le vie centrali. In più De Silvestri si fa tanto male e deve uscire per De Sciglio. Ma è la svolta. Forse la Croazia si sente troppo sicura, forse il caldo fa effetto, forse ci arrabbiamo, ma il 4-3-3 disegnato da Conte comincia a dispiegarsi come dovrebbe, saltando l’opposizione croata al centro e piegandola in velocità sulle fasce. La loro difesa, si sapeva, non è blindata e per «tagliarla» servivano un play ispirato e due esterni in serata. Ebbene sì, succede.
PIRLO, CANDREVA ED ELSHA Se Buffon ci mette la pezza, l’1-1 e la bella partita sono soprattutto merito di Pirlo, Candreva e El Shaarawy. Lo juventino non ha voglia di lasciare l’Italia e fa al meglio quello che Conte si aspettava, cioè il De Rossi che s’abbassa tra i centrali, distribuisce geometrie, lancia lungo. Non lo assillano, è vero, ma il sistema croato prevede un’aggressione collettiva e non individuale. Pirlo gestisce e detta, con Bonucci, il ritmo, innescando l’imprendibile Candreva e il generoso El Shaarawy, bravi poi a chiudersi nel 4-5-1. Così, su cross in area del play, ancora una follia di Mandzukic (manata al pallone) e rigore di Candreva: «cucchiaio» e gol come all’andata, 1-1 dopo 36 minuti, condito dalle belle occasioni per Pellè, Parolo e El Shaarawy purtroppo sprecate. E rischiando poco o niente soprattutto nel secondo tempo.
46 SENZA PERDERE Non vince più l’Italia di Conte (4 pari nelle ultime 5 sfide), ma neanche perde alla partita numero 9 del suo ciclo: e con la Croazia, a giugno, non era scontato. Tra infortuni, arbitri e difesa rattoppata non si poteva chiedere di più: sarà il senno del poi, ma uno come Eder avrebbe travolto Srna. La striscia senza sconfitte nelle qualificazioni si allunga a 46, la Francia s’avvicina e con il Portogallo Conte potrà ancora sperimentare. Senza dimenticare che un bel risultato ci inserirebbe tra le teste di serie verso Russia 2018. Amichevole, ma non tanto.

La Gazzetta dello Sport

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