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Juventus, Marotta: “Non conosciamo anni di transizione, vincere subito”

TORINO – “La Juve ha l’obbligo di vincere”. Beppe Marotta analizza l’attualità bianconera, concede ai suoi qualche attenuante generica e guarda avanti con ottimismo: “C’è un po’ di amarezza perché siamo reduci da due sconfitte consecutive che hanno generato qualche scetticismo. Siamo partiti ad handicap, abbiamo bisogno di un periodo di rodaggio, ma non vogliamo alimentare la cultura dell’alibi. Il gap va colmato in fretta: siamo la Juventus…”.

“LA JUVE NON CONOSCE ANNI DI TRANSIZIONE” – Un club che non può permettersi un passaggio a vuoto: “Sarà un anno di transizione? Questo pensiero lo rispedisco al mittente (Bonucci?) – prosegue l’ad bianconero -. Vincerelo scudetto sarà un’impresa straordinaria, perché dopo gli ultimi successi c’è il rischio di un po’ di appagamento e logorio. Sono certo che il gruppo farà ancora meglio nei prossimi anni. I nostri giovani stanno crescendo a vista d’occhio. “. Quanto al rumore dei nemici, come direbbe Mourinho: “L’Inter ha allestito una squadra competitiva cambiando molto. L’Oscar del mercato va ai nerazzurri, ora chiamati a dare conferme sul campo”.

“NESSUN ALIBI, MA ROMA-JUVE ALLA SECONDA GIORNATA…” – Quanto alla Roma, “victoria concordiam crescit, come direbbe Lotito… – sorride Marotta -, la vittoria accresce l’armonia. E’ normale che nella Capitale ci siano stati grandi festeggiamenti. Se abbiamo perso è anche perché Roma-Juve è arrivata alla seconda giornata: ripeto, non cerchiamo alibi, ma la Lega dovrebbe tenere conto che giocando certe partite in condizioni di precarietà ci rimette lo spettacolo. Come ha detto anche Galliani, il calcio di agosto non è lo stesso calcio di maggio. Detto questo, partiamo con un handicap di sei punti ma siamo abituati a vincere con largo margine”. Le ambizioni restano dunque altissime, ma non devono creare facili illusioni: “Questo sarà un anno di sacrifici. Fare meglio della stagione passata sarà molto difficile, vorrebbe dire vincere tutto compreso la Champions League”, prosegue Marotta.

“DURA SOSTITUIRE TRE ICONE COME PIRLO, VIDAL E TEVEZ” – Più del rinnovamento pesano le assenze: “Non è facile sostituire tre icone come Vidal, Pirlo e Tevez, tre campioni che trasmettevano delle certezze che dovranno essere ritrovate. Ma le società rimangono, così come i successi, mentre i giocatori passano. Sarà compito di Allegri ridare personalità, grinta e anima vincente al gruppo”. Beppe Marotta ha tracciato anche un consuntivo del mercato appena concluso. Il vero rimpianto dei bianconeri risponde al nome di Hamsik: “Confermo quanto ha esternato De Laurentiis: ci siamo sentiti una decina di volte per Hamsik, la trattativa è durata un mese. Marek avrebbe fatto al caso nostro, perché sa cosa vuol dire andare a fare punti a Frosinone e Carpi, a differenza di un giocatore che, arrivando dall’estero, ha bisogno di un periodo di adattamento”.

“POGBA? 100 MILIONI NON BASTERANNO” – Il mancato arrivo di Draxler è da imputare principalmente alle “difficoltà a dialogare con lo Schalke 04, non è facile confrontarsi con una società così misteriosa”. Ma a far saltare il banco è stata anche “la volontà del calciatore: se manifesta delle perplessità è difficile raggiungere un accordo”. L’ad bianconero definisce “non congrua” la valutazione di 36 milioni fatta dai tedeschi per Draxler: “Una richiesta spropositata”. Anticipa che “il prossimo mercato avrà un incremento di valori del 30-40%, per effetto dei club di Premier che si sono arricchiti molto”. E si frega le mani: “Vedremo operazioni ancora più importanti: se Pogba manterrà le stesse prestazioni dell’anno scorso, allora cento milioni non saranno più sufficienti per prenderlo”.

HERNANES: “JUVE SQUADRA DA BATTERE, NON SOLO IN ITALIA” – Così parlò Hernanes un anno e mezzo fa, al suo primo giorno da nerazzurro: “Ammiro molto l’Inter, una società che non è mai stata coinvolta dagli scandali e che non è mai andata in Serie B”. Il brasiliano non rinnega niente: “Nessuno mi aveva chiesto di dire quella cosa, se l’ho detta è perché mi sentivo di farlo. Mi è sembrato un punto positivo da sottolineare, visto che quando sono diventato professionista lottavo soprattutto per non retrocedere. Ma quello è il passato, ora sono felice di essere qui, alla Juve, pronto a sottolineare i pregi di una società che ha sempre vinto e continuerà a farlo”. Il passaggio last minute dai bianconeri ai nerazzurri è stato un fulmine a ciel sereno: “Ho saputo soltanto all’ultimo del mio trasferimento, ero molto sorpreso ma allo stesso tempo contento: ho buone sensazioni e tanta voglia di quella Champions League in cui non ho mai giocato”. Hernanes assicura di avere le spalle larghe (“le responsabilità non mi spaventano: ho quattro figli…”) e di essere al top (“mi sento al culmine della maturità psicofisica, sono più forte che mai, voglio dimostrare tutto il mio valore”), e rifiuta l’etichetta di giocatore forte ma discontinuo: “Ho segnato 40 gol in 160 partite, uno ogni quattro match. Voglio comunque migliorare le mie statistiche e continuare a crescere”. Il nuovo numero 11 bianconero resetta la falsa partenza dei bianconeri: “L’Inter è più forte di noi? Una o due partite non vogliono dire niente… Anche se sono andati via alcuni giocatori importanti, restiamo la squadra da battere, non solo in Italia”.

LEMINA: “QUI PER VINCERE E DIVENTARE IL NUOVO VIDAL” – Mario Lemina, il nuovo numero 18 della Juventus, si pettina come Pogba ma studia da Vidal e si ispira a Nedved: “Io e Arturo abbiamo delle caratteristiche in comune, ci piace fare entrambe le fasi, quella difensiva e quella offensiva. Non so se potrò ripetere quanto di buono ha fatto lui, che è un grande giocatore. Ma qui potrò sicuramente acquisire molta esperienza e magari raggiungere il suo livello. A proposito di ex bianconeri, ho ammirato Del Piero ma non essendo io un attaccante mi ispiro di più a Nedved: mi è sempre piaciuta la sua grinta e il suo modo di giocare”. Come Re Arturo, anche Lemina ha la duttilità tra i suoi punti di forza: “All’occorrenza posso giocare anche in difesa, l’ho fatto nell’Olympique Marsiglia di Bielsa, un allenatore che mi ha insegnato tante cose. Ma il mio ruolo preferito è quello di mediano o playmaker”. Il tuttocampista franco-gabonese ha rifiutato il Napoli per sposare la Signora: “C’erano anche altre squadre, ma io ho scelto la Juve perché è una società eccellente e vincente”. Lemina ha appena scalzato Padoin e Asamoah dalla lista consegnata dalla Juve alla Uefa per la prossima Champions League, ma il suo profilo resta basso: “Non mi sono posto un traguardo minimo di presenze stagionali: se meriterò di giocare, allora giocherò”.

Fonte: Repubblica

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